"Di sinistra ma non con questo Pd". In 3mila ai seggi per votare scheda bianca - Affaritaliani.it

Roma

"Di sinistra ma non con questo Pd". In 3mila ai seggi per votare scheda bianca

Alla fine dello spoglio sono meno di 50mila i votanti alle primarie del centrosinistra per il sindaco di Roma: sono stati 47.317 i partecipanti al voto di domenica. Se il crollo della partecipazione è più che evidente nel confronto con il 2013 quando per scegliere il candidato al Campidoglio si recarono in oltre 100mila, salta all'occhio degli analisti la mole di schede lasciate bianche all'interno dei seggi: sono quasi 3000.  2.866 secondo i dati del comitato per le primarie,  oltre alle 843 le schede nulle e ad una contestata. Un segnale ancora più chiaro ed inequivocabile alla dirigenza del partito romano e che lascia spazio a sinistra del Pd.

Roberto Giachetti è infatti stato eletto con il 64,1%, 27.968 preferenze, appena 800 in più di quelle che sancirono la sconfitta di David Sassoli nella sfida con Ignazio Marino. Roberto Morassut, secondo nella sfida del 2016 ha ottenuto 12.281 preferenze, ovvero il 28,2% delle preferenze. Sono stati inoltre 1.320 i voti a favore di Domenico Rossi (3%). Seguono: Chiara Ferraro con 915 voti (2,1%), Stefano Pedica con 594 voti (1,4%). Infine il candidato dei Verdi Ginafranco Mascia ha ottenuto 529 preferenze (1,25).
Si aprono i giochi di Sinistra Italiana - Sel a caccia dei delusi del Pd romano sotto la guida renziana. In campo c'è già la candidatura a sindaco di Stefano Fassina, ma in ballo c'è anche l'ipotesi di trovare una nuova convergenza politica attorno ad altri nomi, primo tra tutti l'ex sindaco Ignazio Marino, che non ha ancora sciolto la riserva sulla sua ricandidatura a sindaco e che è corteggiato su più fronti che, a sinistra, vorrebbero portare avanti un programma alternativo al Pd facendo anche leva sullo spazio civico.

Altra ipotesi, già circolata, è quella dell'ex ministro Massimo Bray, che potrebbe riscuotere un ampio consenso. L'unica certezza, al momento, sembra essere l'impossibilità della Sinistra romana di convergere sulla candidatura di Roberto Giachetti, ipotesi esclusa categoricamente. Si torna a parlare di una "costituente della Sinistra romana che prediliga un "percorso democratico di scelta dei candidati".