Dimissioni Muraro: sodale con Cerroni. La Procura prova a chiudere il cerchio
L'assessore M5S avrebbe favorito il patron di Malagrotta
Colpire Paola Muraro per allargare la maxi inchiesta sul sistema dei rifiuti nel Lazio, coinvolgendo personaggi già finiti nel mirino della magistratura e chiudere il cerchio e demolire una volta per tutte, l'”uomo nero”, l'ex patron di Malagrotta, Manlio Cerroni.
Il massimo del risultato la Procura di Roma lo otterrebbe se riuscisse a stabilire un collegamento tra le vicende della “monnezza” e Mafia Capitale.
LA STRATEGIA
Primo obiettivo rinvigorire un processo, che si sta ormai svolgendo da due anni e mezzo con il rito immediato, e che appare sempre più fermo al palo. Sugli imputati, primo tra tutti il novantenne Cerroni, pende un capo d'accusa importante come quella di associazione a delinquere sulla cui consistenza, nel corso del dibattimento, sono però emersi scarsissimi elementi.
MURARO E CERRONI FORSE SODALI
La nuova maxi inchiesta dello stesso pm Alberto Galanti, titolare di decine di fascicoli su Cerroni, e che ora coinvolge appunto anche l'assessore M5S Muraro, mirerebbe a verificare la natura del rapporto tra i due, e a stabilire se le sue azioni istituzionali hanno favorito le aziende di Manlio Cerroni. In particolare, l'esperta in materia ambientale, è indagata per traffico illecito e gestione non autorizzata dei rifiuti, imputazione che fa riferimento a cariche precedenti la sua nomina in giunta, come consulente di Ama con delega agli impianti di Tmb di Rocca Cencia e Salaria. A quando cioè, ai vertici della municipalizzata c'erano Franco Panzironi e Giovanni Fiscon, tutti e due travolti da Mafia Capitale.
IL TEOREMA: ROCCA CENCIA AL LAVORO PER IL SUPREMO
Secondo quanto emerso finora, il sospetto della Procura è che i dati del materiale che fuoriusciva dai due impianti di Rocca Cencia e Salaria, sia stato falsificato per agevolare le aziende del Supremo.
Di certo c'è però che, nonostante le notizie di stampa e le voci che sfuggono dai corridoi di piazzale Clodio, ai legali di Cerroni, lo studio Assumma e lo studio Diddi, non è stato notificato fino ad ora nessun nuovo avviso di garanzia. E l'avvocato Diddi, continua a ripetere: “Il mio cliente ha più volte ribadito di non aver mai avuto rapporti diretti con la Muraro”.