Per sconfiggere l’impotenza non esiste solo la pillola blu: sotto le lenzuola la nuova alleata è la terapia ad onde d’urto. Da anni a Roma il dott. Alessandro Boffini, urologo e andrologo, utilizza questa tecnologia con ottimi risultati per il trattamento della disfunzione erettile.
Cos’è il deficit erettile e quali sono le sue cause?
“Si definisce deficit erettile l’incapacità di avere o mantenere un’erezione adeguata per un rapporto sessuale soddisfacente. E’un problema che colpisce un gran numero di uomini dopo i 40 anni. La maggioranza dei pazienti che si presenta alla nostra attenzione ha difficoltà a mantenere piuttosto che a raggiungere l’erezione. L’impotenza deriva da un debole apporto vascolare ai corpi cavernosi del pene. Questa condizione si verifica per vari motivi: presenza di patologie come ipertensione, diabete, neuropatie, arteriosclerosi o obesità, assunzione di medicinali come beta-bloccanti, antidepressivi, diuretici e antipsicotici, tabagismo, abuso di alcol, eccesso di colesterolo, avanzare dell’età, stress o per cause chirurgiche derivate da interventi eseguiti a livello pelvico. Anche problemi psicologici come ansia e depressione possono scatenare deficit erettili”.
Fino ad oggi qual è stato l’approccio più usato per contrastare l’impotenza?
“Innanzitutto occorre visitare il paziente: si esegue un’adeguata anamnesi per escludere eventuali gravi patologie correlate. Di solito, infatti, il deficit erettile è una spia per un altro tipo di patologia che evidenzia come la circolazione periferica non sia più efficiente come un tempo. Una volta escluse tutte le possibili condizioni mediche associate, si passa solitamente al trattamento con farmaci orali comunemente in circolazione come il Viagra o il Cialis. In caso di fallimento della terapia con singolo farmaco, si prova una terapia associativa di più farmaci, oppure il trattamento orale può essere sostituito o integrato con trattamenti locali come le intillazioni nell’uretra o direttamente nei corpi cavernosi, che però potrebbero portare all’effetto collaterale di un’erezione prolungata che supera le 4/5 ore. In caso di inefficacia di tutti questi trattamenti, l’approccio più invasivo consiste nell’inserimento di protesi peniene. Tutti questi approcci però sono sintomatici e non trattano la reale causa del problema”.
Ed è qui che si inserisce la terapia ad onde d’urto…
“Sì. Questo non è un trattamento sintomatologico, bensì un trattamento causale. Dal 2015 nel mio studio di via delle Milizie abbiamo iniziato a trattare i pazienti con un macchinario che eroga attraverso una sonda delle onde d’urto a bassa intensità. In medicina queste onde d’urto sono già utilizzate per rivascolarizzare organi come il cuore, è una tecnologia ben nota e documentata. Il trattamento innesca il cosiddetto processo di neoangiogenesi cioè la creazione di nuovi vasi sanguigni; i nuovi vasi fanno confluire più sangue ai corpi cavernosi del pene e favoriscono un’erezione ottimale. Questa tecnica è indolore, non invasiva e priva di effetti collaterali: il paziente dopo il trattamento (che dura circa 20 minuti) può tornare alle sue attività quotidiane. In genere gli effetti positivi si notano già dopo la 2/3 seduta”.
Gli effetti sono duraturi nel tempo?
“Basandomi sui circa 600 casi da noi finora trattati, posso affermare che dopo due anni la metà dei pazienti che ha tratto giovamento dalle onde d’urto mantiene ancora il vantaggio del trattamento. Nei casi invece in cui il paziente ha notato un calo dell’efficacia del trattamento, ripetendolo può di nuovo ottenere giovamento. I miei dati sono in linea con quelli pubblicati dall’International Journal of Impotence Research, la più importante rivista andrologia del mondo”.
Chi può beneficiare di questo trattamento?
“Il trattamento si può applicare a qualsiasi paziente, di qualsiasi età a patto che in sede di visita preliminare si riscontrino cause organiche della disfunzione e non ci siano condizioni mediche secondarie controindicanti. Le onde d’urto possono essere efficaci anche sui pazienti che non rispondono ai farmaci: la statistica ci dice che questi pazienti dopo il trattamento diventano responsive ai farmaci nel 50% dei casi mentre quelli che già erano responsive possono arrivare nel 70% dei casi ad abbandonare completamente il farmaco”.
Il futuro per la cura dell’impotenza?
“Il futuro è l’iniezione di cellule staminali per la rigenerazione dei tessuti cavernosi. Probabilmente nei prossimi anni sarà possibile prelevare il grasso sottocutaneo dei pazienti, estrarne le cellule staminali, iniettarle nei corpi cavernosi, per poi attivarle con le onde d’urto. Le onde d’urto sono semplicemente il primo passo verso questa terapia rigenerativa. Probabilmente tra 15/20 anni saranno sostituite da altre terapie però oggi come oggi sono all’avanguardia in questa settore.
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