Roma

Divisi tra Marchini e Meloni. Bordoni: "Fi tornerà all'11%"

di Fabio Carosi


Dopo Bologna con Berlusconi, Meloni e Salvini a dividersi il palco, a Roma si studia. "Con Marchini il dialogo è aperto, anche con Meloni ma ci sono dei mah".
Davide Bordoni, coordinatore romano di Forza Italia sceglie affaritaliani.it per spiegare come Forza Italia, sotto stress da sondaggi, si prepara ad affrontare la campagna elettorale e, soprattutto, quale sarà il candidato ideale per presentarsi al popolo di centrodestra con nomi e programmi credibili.
Allora Bordoni, dopo Bologna cosa cambia a Roma?
"Bella domanda, vediamo di dare anche una bella risposta. Dunque, il dato di Bologna mi sembra uno solo: sono passati tutti ma Berlusconi è sempre lì. Quanto alle alleanze future stiamo riflettendo insieme al coordinamento. Abbiamo sul tavolo due opzioni, la prima è Giorgia Meloni, un leader nazionale di alto profilo che se decide di impegnarsi a Roma ci può portare al ballottaggio ma dopo sarà difficile riuscire a far convergere i voti su di lei ed è un vero rischio. Diversa è la partita del centrodestra giocata con Marchini, Intanto sarebbe un'apertura al mondi civico ma Alfio deve decidersi a fare il leader con un programma condivisibile perché da solo non vince, supportato dalla politica può arrivare all'obiettivo".
Ma di quale politica parliamo? I sondaggi più ottimisti danno Forza Italia al 7-8 per cento. Con questi numeri di quale supporto parliamo?
"Intanto sono tutti numero che appartengono al mondo dei sondaggi e poi siamo di nuovo al lavoro per rafforzarci. Il nostro obiettivo è tornare a quell'11-12 per cento fisiologico di Roma e se torniamo a quei livelli saremo importanti".
Senta Bordoni, chi ci guadagna a Roma col commissario?
"Intanto Renzi che si è tolto di torno un sindaco che imbarazzava il Pd. E proprio per questo stiamo valutando un ricorso, una denuncia alla Corte dei Conti per il mancato scioglimento dei Municipi. Con 15 presidenti di marca Pd e fondi che continuano ad arrivare abbiamo il timore che ciascuno dei Municipi si possa trasformare in un comitato elettorale".
Ma a che serve tanto sforzo se poi il Movimento Cinque Stelle ha già vinto?
"A vedere le loro scelte non sembra che abbia voglia di vincere. Basta guardare il candidato scelto per Milano. Se a Roma utilizzeranno lo stesso metodo con identico risultato o non hanno le capacità per vincere oppure non hanno voglia".