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Roma
Dramma lavoro nel Lazio. Settembre nero: la cassa integrazione si impenna

Lazio ancora nel baratro della crisi: impennata delle ore di cassa integrazione, in particolare di quella straordinaria. L'incremento è del 233%, e a soffrire di più sono soprattutto i settori dell’industria (+311%) e del commercio (+137%).

Questa, secondo i dati elaborati dalla Uil di Roma e del Lazio, la situazione del Lazio nel mese di settembre, rispetto al mese di agosto 2016. Capolista sul territorio regionale sempre la provincia di Frosinone che da mesi oramai segnala un costante incremento delle ore di cig. Segue la Capitale con un aumento complessivo del 58,5%. In entrambi i casi a salire è soprattutto la cassa straordinaria che a Roma segna un’impennata di circa l’83%, mentre a Frosinone raggiunge cifre esponenziali.

“Segno del perdurare della crisi che non solo non accenna a diminuire ma in alcune realtà peggiora sempre più. I numeri del frusinate sono drammatici e, purtroppo, oramai consueti. Ma anche nella Capitale si registra un forte peggioramento. E se l’incremento delle ore di cassa integrazione a settembre rispetto ad agosto è fisiologico, non lo è invece nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente”, commenta il segretario generale della Uil di Roma e del Lazio, Alberto Civica.

Rispetto a settembre 2015 infatti le ore complessive di cig nel Lazio sono aumentate del 6,4% e se la cassa ordinaria scende, la straordinaria registra un incremento annuale di circa il 50%. Aumenti che tradotti in lavoratori significa 37.436 persone salvaguardate temporaneamente dagli ammortizzatori sociali.

“Visto lo scenario regionale e nazionale, il rischio è che molte aziende stiano optando per la riduzione del personale e i dati sul precariato e i contratti di lavoro purtroppo confermano tale sospetto”, continua Civica
Nei primi nove mesi di quest’anno, infatti, nella nostra regione si hanno, rispetto al 2015, un calo del 36% dei contratti a tempo indeterminato, del 15% delle assunzioni in genere e una diminuzione di circa il 32% delle trasformazioni contrattuali che avevano, invece, registrato un boom nel 2015.
Di contro, sale il numero dei voucher venduti: quelli da 10 euro ammontano a circa 5 milioni nel Lazio, segnando un incremento del 38% rispetto al 2015.
“Una pratica, questa dei voucher, che, nonostante le numerose denunce in merito, continua ad aumentare e ciò produce maggiore precariato e maggiore povertà. Basti pensare che ogni voucher vale 10 euro per un’ora di lavoro, ovvero 7,50 per il lavoratore e 2,50 per previdenza e assicurazione. Cifre bassissime che rappresentano anche un danno al sistema pensionistico perché se originariamente i voucher dovevano essere destinati a studenti, pensionati e/o manifestazioni sportive, adesso sono talmente estesi da essere utilizzati anche dagli organi istituzionali e da rappresentare a volte anche una copertura a quel lavoro nero che, teoricamente, il voucher avrebbe dovuto ridurre”, conclude Civica.

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