Roma

Dramma scuola: dopo la Dad non si alzano più dal letto per andare a scuola

“Chi è in terza o quarta elementare, ha praticamente frequentato solo la prima in modo normale”. Tutti i disturbi

di Roberta Lanzara

Scuola, un'intera generazione di bambini è a rischio. Lo sostiene la presidente dei presidi del Lazio, Cristina Costarelli, che traccia il bilancio psico-fisico in sede di scrutini: Hanno difficoltà ad uscire dall'isolamento che si è verificato durante la dad. Hanno difficoltà a tornare a contatto con la realtà, non perché non vogliono in assoluto, infatti magari ci provano...ma poi quando la mattina devono alzarsi dal letto non riescono ad uscire di casa”.

Prosegue la Costarelli: “Me lo denunciano i genitori in lacrime: qualcuno si chiude completamente in se stesso, altri mantengono qualche contatto con l'esterno, altri ancora non riescono ad alzarsi dal letto. Ma tutti, anche quelli che vengono regolarmente a scuola vivono un momenti di lotta con se stessi. Da un lato sentono l'esigenza di vivere la vita dei loro tempi, però poi hanno un blocco profondo e non vengono. O se lo fanno non interagiscono, si isolano, non rispondono se i professori li interrogano, cercano di fuggire, di rimandare l'interrogazione e non vengono a scuola....".

I casi a Roma: 1200 a rischio abbandono

"E' veramente brutto - sospira la Dirigente - io ho almeno 7-8 casi al Newton che hanno smesso di frequentare ed in cui si è scelta l'educazione parentale. Ho un caso che mi ha fatto piangere. Avevo inviato una comunicazione ufficiale ad una famiglia e ad un mio studente per capire perché non venisse più a scuola. Era una convocazione volta a scuoterlo. Sono venuti, abbiamo parlato. Quindi ho proposto al ragazzo di andare in classe e lui ha sorpreso tutti nel dire sì".

Quanti adolescenti hanno smesso di andare a scuola nel Lazio?

"Possiamo fare una ipotesi: 5 per scuola, il che vale a dire che nella nostra regione oltre 1200 non riescono più ad uscire di casa".

Indipendentemente da trimestre, quadrimestre o pentamestre, con la prima settimana di febbraio si chiudono le danze degli scrutini di scuole elementari, medie e secondarie superiori. Qual'è il bilancio di questo terzo anno in pandemia sul fronte didattico e psico emotivo degli studenti alle elementari e alle medie nel Lazio?

CRISTINA COTTARELLI ASSO PRESIDI
 

Assimilerei medie e scuola primaria - risponde la presidente dei presidi del Lazio, Cristina Costarelli - le difficoltà riscontrate dai docenti sono sul fronte dell'esposizione orale: i bambini non hanno facilità a sostenere una conversazione ed una interrogazione. In forte calo inoltre le competenze sulla lingua straniera ed in quelle materie in cui c'è più bisogno di esercitazione. Diciamo che sembra che ne abbiano risentito le materie stem".

Situazione drammatica sul fronte psico fisico...

“Abbiamo notato una maggiore difficoltà nelle relazioni. Chi è in terza o quarta elementare, ha praticamente frequentato solo la prima in modo normale, quindi non ha conosciuto una scuola vera questi bambini hanno grosse difficoltà di relazioni, che si manifestano o in una vivacità eccessiva nel gestire l'espressione corporea, forse dovuta all'impossibilità ad esprimersi nel gioco; o a una forte timidezza in altri casi. Manca l'equilibrio nella gestione fisica del corpo e della crescita. Si passa dalla iper-attività alla goffaggine. Questo perché non c'è stata possibilità di crescita completa ed armonica".

Il futuro è un'incognita

"In tutte le secondarie superiori del Lazio sul fronte didattico la difficoltà maggiore si è notata nelle discipline di indirizzo. Sono quelle in cui a fine percorso i ragazzi devono essere preparati e che sono strettamente vincolate al completo svolgimento del programma. Se in italiano non si studia il Rosmini, il programma può andare avanti. Ma in matematica e fisica, greco o latino e così via questo non è possibile".

Quali le cause?

"E' mancato il momento di esercizio costante e continuo in cui il professore spiega ed ha possibilità di riscontro immediato, di capire chi segue e chi no. A distanza o in didattica mista questo è molto più difficile da realizzare. E' mancata l'esercitazione, il contatto continuo con gli studenti. Carenze che in questi tre anni si sono accumulate ed adesso si evidenziano le lacune".