Roma

Droga nei quartieri Aurelio e Boccea: maxi blitz dei carabinieri, 17 arresti

Acquisto, trasporto, cessione, detenzione e spaccio di droga: gli arresti dopo 9 mesi di indagini

Maxi blitz antidroga dei Carabinieri che stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 17 persone, ritenute responsabili a vario titolo, in concorso tra loro, di acquisto, trasporto, cessione, detenzione con finalità di spaccio di droga nella piazza di spaccio dei quartieri Aurelio e Boccea.

 

L'operazione, coordinata dalla procura della capitale, è condotta dai militari del Comando provinciale di Roma con l’impiego massiccio di colleghi tra le province di Roma, Viterbo e Caserta. Delle 17 persone destinatarie di misura cautelare sono nove quelle finite in carcere e cinque ai domiciliari. Per altri due soggetti è stato applicato il divieto di dimora a Roma, e per un'altra persona l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Le indagini dei carabinieri della Compagnia San Pietro, coordinate dall'aggiunto Lucia Lotti, sono state avviate nel febbraio 2019 e hanno consentito di individuare un ampio e strutturato contesto di soggetti, dediti al traffico illecito di “eroina”, tra piazza Giureconsulti, nel quartiere romano Aurelio, le fermate della Metro A, Cornelia e Battistini e Pineta Sacchetti. Nell'indagine sono emerse figure di soggetti di origine africana nel ruolo di "procacciatori" e "corrieri" della droga. Gli approfondimenti investigativi hanno consentito di localizzare le basi in cui avvenivano le operazioni di taglio e di confezionamento della droga nei quartieri “Casale Lumbroso” e “Borghesiana”, dove arrivava per il tramite di “corrieri”, di nazionalità nigeriana, che trasportavano la droga in involucri ingeriti per eludere qualsiasi controllo di polizia. La "merce" veniva poi venduta al dettaglio.

Nel corso dell’indagine, i carabinieri, hanno arrestato 13 persone in flagranza di reato, trovate in possesso complessivamente, nelle varie occasioni, di 2,170 chilogrammi di eroina e circa 5 mila e 700 euro in contanti. Ogni singola dose da 0,2 grammi di sostanza, veniva venduta al prezzo medio di 30 euro, in relazione alla percentuale di "purezza" variabile tra il 23% e il 38%, con un giro d’affari stimato attorno ai 325 mila euro al mese.