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Roma
“Drogato” dal gioco e ridotto in miseria, si vendica delle slot con l'acido

Le slot machine erano diventate il suo incubo: lo avevano dissanguato, ridotto in miseria. Perdeva ma come tanti non riusciva a smettere di giocare. E alla fine, quasi come in una nemesi assurda, si e' trasformato a sua volta nell'incubo, nell'aguzzino delle slot e dei gestori dei locali dove erano collocate.

Mettendo a segno una vendetta che si materializzava nel danneggiamento delle stesse slot che lo aveva ridotto sul lastrico, grazie ad un acido corrosivo che gettava all'interno delle macchinette la cui scheda elettronica addirittura qualche volta, per chissa' quale complicato e diabolico meccanismo, andando in tilt finiva anche per erogare un po' di euro.
La Polizia di Stato ha individuato il responsabile di questi danneggiamenti e l'ha denunciato. Fermando per tempo quello che rischiava di diventare qualcosa di virale, che finisse con l'innescare altri episodi simili da parte di soggetti dalla stessa motivazione e disperazione.
Protagonista della vicenda e' un 38enne F.T. sposato e con figli, ormai ridotto sul lastrico e costretto a chiedere soldi a congiunti e amici. Aveva scelto la zona Prati per mettere in atto i suoi propositi di vendetta, distante da quella dove abita.
Privilegiava piccoli locali, dove le misure di videosorveglianza erano meno diffuse. E infatti i poliziotti del commissariato Prati hanno dovuto fare ricorso alle immagini riprese dalle telecamere di zona esterne ai locali presi di mira per poter andare per esclusione e fissare in qualche modo la figura del sospetto.
Le immagini mostrano l'uomo che arrivava con una busta, entrava nel locale e ne usciva poco dopo. Nella busta la bottiglia contenente l'acido corrosivo. Dalle diverse scene messe insieme sono state ricavate le caratteristiche fisiognomiche dell'uomo sospettato. E alla fine le pattuglie lo hanno intercettato in via Andrea Doria, verificato che corrispondesse alla segnalazione e l'hanno fermato. Mentre aveva con se' una bottiglia di vetro contenente liquido corrosivo. E' bastato poco perche' ammettesse le sue responsabilita'. Ed ha anche ammesso di aver preso quei pochi euro che la macchina dopo aver ingerito - e' il caso di dire - acido aveva per contro sputato fuori.  "Era disperato, andava fermato anche per il suo bene", commenta il dirigente Domenico Condello del commissariato Prati. "Dietro questa vicenda dal risvolto penale c'e' una storia di vero disagio", aggiunge il dirigente di polizia, a conferma della gravita' del fenomeno della ludopatia. Con la variante che questa volta la persona vittima della sindrome si era trasformata a sua volta in una sorta di aguzzino delle slot machine che l'avevano dissanguato.

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