E' morta Mara Parmegiani, l'ambasciatrice della moda. Naufragò sulla Concordia
Giornalista, scrittrice, le sue collezioni di abiti antichi erano state esposte in tutto il mondo
di Valentina Renzopaoli
S'è andata Mara Parmegiani, giornalista, scrittrice, esperta di costume e moda. Una donna di stile e grande eleganza, con il sorriso sempre sulle labbra e una disponibilità e delicatezza rari. Collezionista di abiti antichi, la passione per la moda e per la storia della bellezza erano stampati nel suo dna.
Mara Parmegiani ha collaborato con numerose riviste e testate nazionali e internazionali, ha curato rubriche radiofoniche per la rai, è stata Presidente della Commissione Moda e Spettacolo dell’Osservatorio Parlamentare Europeo e del consiglio di Europa. Insignita dell’Ordine di Commendatore al merito della Repubblica Italiana, è stata premiata, tra l’altro, con il “Premio Donna” per moda e cultura, Cimento d’oro per aver promosso la Moda a Roma e Premio Comunicare l’Europa.
Nel 2005 si era lanciata nell'avventura di creare una sua testata specializzata “Chapeau”. I suoi abiti preziosissimi e gli accessori che aveva collezionato durante la sua vita sono stati esposti in tutto il mondo. A Roma a Palazzo Venezia, Palazzo Ruspoli, Musei Capitolini, Museo di Montemartini, Complesso del Vittoriano e Castel Sant'Angelo. Ma anche in Brasile e in Russia: Mosca, San Pietroburgo, Ekateriburgo e Kiev, dove ebbe un enorme successo con Le stelle della moda italiana, dagli anni Cinquanta agli anni Novanta.
Il 9 febbraio, gli era stato conferito, alla Camera dei Deputati, il premio “Comunicare l’Europa”. Poi un grande successo anche in India a Nuova Delhi, Bangalore e Bombay, ripetuto a Sofia.
Negli ultimi anni Mara Parmegiani aveva combattuto un lunga battaglia contro un male che pensava di aver vinto. Poi il colpo mortale che aveva lasciato ferite indelebili: il naufragio della Costa Concordia sulla quale, quel maledetto 13 gennaio 2012, lei era a bordo. Era scampata per miracolo al peggio, ma nella tragedia aveva perso parte della sua preziosissima collezione di abiti d'epoca. Vestiti da sogno realizzati dai capostipiti dell’alta moda, dalle sorelle Fontana a Valentino, da Antonelli a Ferré, fino a Gattinoni, Egon Furstemberg e Gay Mattiolo. Nella collezione c’era anche un abito da sposa degli Anni Sessanta rosa con preziosi applicazioni di merletto.
Una perdita imponente dal punto di vista economico, ma non paragonabile ai disagi psicologici ed emotivi che fino alla fine hanno sconvolto la sua mente, con frequenti attacchi di panico. A questa avventura terribile Mara Parmegiani aveva dedicato due libri: “L’inchino. Storia di un naufragio” e "L'affaire Concordia. Storia e Misteri". Tra i ricordi più emozionanti, quello della piccola Daiani, la bimba di cinque anni, il cui corpicino è stato ripescato alcuni giorni dopo dai soccorritori: “Mi torna continuamente davanti agli occhi, l’ho incontrata poco prima che morisse, era in braccio al papà sul ponte stipato di gente; lui mi ha guardata, mi ha riconosciuta e mi ha fatto una carezza. Io sono rimasta inizialmente stupita, poi ho tirato fuori dalla borsa un piccolo portachiavi con un orsacchiotto pieno di strass e l’ho regalato alla bimba che mi ha sorriso e dato un bacio. Credo di averle regalato l’ultimo sorriso”, racconta nel suo primo libro.
Ma al grave danno si era aggiunta anche la beffa: proprio sulle pagine di affaritaliani, lo scorso 5 gennaio, alla vigilia del quarto anniversario della sciagura, Mara Parmegiani aveva denunciato i ritardi vergognosi di un risarcimento che non era mai arrivato. “A quattro anni di distanza la Costa Crociere deve ancora risarcire l'enorme danno subito” racconta la storica della moda. “L'ufficio legale mi aveva assicurato che entro la fine del 2015 mi avrebbero fatto sapere come impostare il rimborso ma poi nessuno si è più fatto sentire. Oltre al mio caso, ce ne sono altri da liquidare di importante valore, come quello di un gioielliere”, aveva dichiarato.
Sulla sua bacheca di facebook si stanno moltiplicando messaggi di cordoglio e soprattutto ricordi delle migliaia di persone che aveva conosciuto e che le avevano voluto bene.