Roma

Chi sono i "delinquenti" che hanno devastato Roma. L'ira dell'urbanista: "Politici e costruttori, è colpa loro"

di Fabio Carosi


Ha firmato il progetto preliminare della Metro C per poi vederlo stravolgere una volta affidato al general contractor; è stato presidente della Sta Sistemi, il tink tank di Tocci-Rutelli per pianificare la mobilità di Roma e coordinatore generale del Programma integrato della mobilità (Proimo). Quindi ha messo la firma sul progetto della metro D e del prolungamento a Casal Monastero. Oggi, di fronte alla città che lotta contro l'immobilità e l'inquinamento, tuona: "Basta colpevolizzare l'automobile, basta prendersela col nemico più facile che non è la causa principale di quello che viene chiamato impropriamente smog: basta dire falsità. Il vero problema di Roma è la dispersione urbanistica che impedisce di servirla coi trasporti pubblici".
Settantuno anni, architetto, padre di un bimbo di 8 anni e docente di Composizione prima a Roma e poi a l'Aquila, Giulio Fioravanti è uno dei pochi sognatori che oltre a pensare ha anche realizzato e, di fronte allo scempio della città, sfida potenti e burocrati per analizzare i motivi della crisi e mettere di nuovo in pista le soluzioni.
Fioravanti, cerchiamo di mettere ordine almeno sul giornale, perché inquinamento e traffico hanno reso invivibile Roma. Soprattutto ora che si riparla di prevalenza del trasporto pubblico. Partiamo con l'inquinamento. Le colpe?
"Delle abitazioni realizzate del Dopoguerra, quando la città è raddoppiata in 10 anni senza una pianificazione urbanistica e senza tecniche di costruzione dignitose. Oggi per scaldare i palazzi usiamo otto volte l'energia necessaria e inquiniamo otto volte di più. Se non si vuole fare demagogia e utilizzare il nemico "più facile" bisogna pensare a rigenerare il nostro patrimonio immobiliare che fa schifo. Il resto sono chiacchiere neanche buone per un convegno. Anche in estate c'è l'alta pressione e il ristagno ma senza riscaldamenti il problema delle polveri non c'è. E basta questo per capire che è il vero nemico".
E il traffico? Come si combatte? Con nuove metropolitane, tram, autobus.. Insomma, sempre demonizzando l'automobile?
"Altro che auto, il vero nemico è il disordine urbanistico e quella maledetta "terza Roma" sognata dal Mussolini e che poi i padroni dei terreni hanno realizzato, costruendo insediamenti a La Madonnetta, alla Bufalotta e a Ponte di Nona, ben sapendo che chi ci abita si sarebbe dovuto spostare all'Eur o al Centro Storico. Zone periferiche, inservibili con i mezzi pubblici e con i cittadini condannati a muoversi in auto. Un esempio chiaro: a Roma si fanno tre spostamenti al giorno ed è nella media, solo che il 30 per cento della popolazione vive fuori dal Raccordo ed è costretta a percorrenze che vanno dai 10 sino ai 20 km al giorno all'andata e al ritorno. Così facendo è inevitabile che si ricorra all'automobile".
Fin qui ci siamo. La terza corsia del Raccordo si è saturata il giorno dopo l'apertura.  Ma i trasporti pubblici? Che ruolo possono giocare?
"Il problema di Roma è così complesso che la ricetta non può essere metto due tram, due-tre autobus e risolvo il problema del traffico. Questo perché occorre un mix di interventi. Si deve partire dall'urbanistica e si finisce con il trasporto collettivo. Si deve ripensare la città e poi servirla. Questo perché è dispersiva, enorme, un gigante che si estende sterminato e con una densità di popolazione bassissima rispetto ad altre città come Parigi che starebbe comoda dentro il Gra".
E siamo nell'analisi. Soluzioni?
"Tre obiettivi: riavvicinare le periferie, riqualificare il Centro con aree pedonali e un serio piano di trasporti".
Architetto sembra la "missione impossibile", basta guardare la metro C per capire che in questa città si conosce la data d'inizio di un'opera e mai la data di fine. E' d'accordo?
"Parzialmente.  E lo dico perché in tre anni di giunta Rutelli abbiamo attivato le strisce blu, progettato tre linee di metropolitane, realizzato l'anello ferroviario, aperto il tram 8, la Roma- Cesano e costruito con poche lire il passante a Nord-ovest. Si rilegga i giornali dell'epoca: con Rutelli c'era gente come Tocci, Gentiloni, Lanzillotta. E' la classe dirigente di una città che fa la differenza. Sulla C se poi volete la verità non ho problemi a raccontarla".
Sempre in ordine, almeno noi....  Dopo Rutelli cosa è successo? Un cortocircuito?
"Magari! Un cortocircuito dà energia e accende roghi, qui c'è stato un vero distacco. Un distacco che si è sostanziato con l'abbandono di tutti i programmi, un atto delinquenziale".
Facciamo i nomi dei "delinquenti"...
"Chiaro che si parla di delinquenza urbanistica e di pianificazione, comunque non ho problemi a farli. Servito: Veltroni nella prima parte del suo governo ha seguito l'onda lunga e poi si è fermato. Alemanno non ha fatto nulla, neanche le progettazioni ed ha vissuto nel deserto delle idee; infine Marino che ha toppato clamorosamente perché voleva cambiare tutto e in due anni e mezzo non ha cambiato nulla. Penso possa bastare".
Chiarissimo. Ora parliamo di Metro C. Cosa è accaduto?
"Il progetto preliminare che io ho firmato e che è andato in gara nel 2004 è stato stravolto dal general contractor. Quello che è stato realizzato sinora non c'entra niente. Prima dovevano essere fatte le stazioni centrali con la tecnica della galleria di stazione invece hanno voluto fare i pozzi perché le talpe che avevano erano quelle. Poi visto che non ce la facevano per i reperti archeologici hanno tagliato le stazioni centrali e hanno realizzato lo scempio trasportistico da Pantano a Centocelle mascherando l'ennesima ristrutturazione del trenino come se fosse una metropolitana,  tant'è che si fa prima in auto che con la metro visto che ci sono stazioni distanti poche centinaia di metri. Poi il blocco di San Giovanni dove si creerà il più grande ingorgo pedonale della storia".
Ma tanto è tutto bloccato...
"Con molto coraggio si può però ripartire. L'atto attuativo con cui sono stati concessi milioni di extracosti dice chiaramente che nel 2016 si può far cadere l'appalto e indire una nuova gara. Quel contratto che ha permesso ai costruttori di fare quello che vogliono si può rompere anche perché l'amministrazione comunale ha le sue colpe e non ha rispettato i patti".
Sulla scena politica qualcosa è cambiato. C'è Alfio Marchini, ci sono i 5 Stelle. Ha letto i loro programmi?
"Di Marchini poco, del 5 Stelle mi pare lo stiano scrivendo. A loro dico: ci sono due progetti già pronti da realizzare in tempi brevi e bloccati dalla stupidaggine. Mi riferisco al tram del Caravaggio tra l'Ostiense e la Colombo e al prolungamento del tram 8 sino a Termini e al Vaticano, noi lo avevamo chiamato TVA. E poi vorrei organizzare un convegno per spiegare, per raccomandarmi di non dire stupidaggini come fanno spesso i politici paragonando Roma a Amsterdam e Roma a Parigi. La capitale olandese rispetto a Roma è "una caccola"; Parigi ha una densità che non ha nulla a che vedere con Roma e una cultura dei trasporti lontana anni luce. Roma è un deserto che dalla Nomentana arriva a Ostia con spazi abbandonati nella zona est e insediamenti realizzati dove i costruttori avevano i terreni invece che sulle esigenze della città".
E "ridaje" coi costruttori. Non li può vedere?
"In realtà a me stanno simpatici, meno le loro idee. Negli Anni '60 hanno vinto aumentando le cubature, oggi hanno stravinto costruendo dove vogliono".
Ci sarebbe lo stadio della Roma a Tor di Valle con tanto di metropolitana...
"Un altra follia e pure pericolosa. Semmai parliamo di prolungare la B a Fiumicino passando per la Fiera e trasformare il trenino in una linea ad alta velocità. Ma è troppo intelligente se si vuole fare una metropolitana per servire 1 milione di metri cubi con la scusa dello stadio".
Fioravanti, come usciamo da questa situazione?
"Ricominciando a pensare la città con una grande governance. Chiedendo a persone come Walter Tocci di tornare a impegnarsi per Roma, e se non lo fa per i romani lo facesse almeno per il mio fegato che soffre nel vedere lo scempio. Dobbiamo uscire dalla città pensata dagli architetti, affidata agli ingegneri e che finisce in mano agli avvocati".
Tocci è il suo candidato?
"Che non è chiaro?".