Ecopass Roma: la Giunta M5S nasconde una “macchina da soldi” per il Comune
Un cavallo di Troia per dare vita a una super società per gestire gli incassi di ticket e sosta... da togliere ad Atac
di Fabio Carosi
Ecopass Roma, dietro l'ordine del giorno, sospesa per mancanza del numero legale e poi ritirata prudentemente si nasconde il piano del Comune di Roma M5S per rivoluzionare il sistema della mobilità e dei trasporti.
Spiega ad affaritaliani.it una gola profonda del Campidoglio: “Basta leggere la proposta di ordine del giorno di iniziativa consiliare firmata da Stefàno, Agnello e Calabrese per capire che si tratta sostanzialmente di una scatola vuota che però nasconde il vero progetto: quello di dare il via libera alla creazione di una società comunale ad hoc con la quale attingere ai fondi europei per finanziare la serie di “caselli elettronici” con i quali creare la super area a pagamento che coincide più o meno con l'Anello ferroviario”. Insomma, una nuova società, che al termine dei cantieri costosi per via dell'elevato numero di “varchi” da installare ma di fatto una cassaforte alimentata quotidianamente dai ticket e poco onerosa dal punto di vista gestionale per via dei bassissimi costi di manutenzione di un sistema di varchi che funziona grazie a software e megaserver: una volta installati e testati hanno costi di manutenzione ridottissimi.
Dunque, una macchina mangiasoldi in grado di generare flussi di cassa superiori a quelli della sosta a pagamento e con pochissime risorse umane nella colonna dei costi. E il gettito? Semplice: andrebbe a finire nella casse comunali per finanziare l'acquisto di nuovi bus e magari per pagare le spese di progetto di tram e forse metropolitane.
La Ecopass Spa, di proprietà al 100% del Comune avrebbe persino i numeri per una quotazione in borsa e soprattutto la naturale propensione ad inglobare la sosta a pagamento, attualmente affidata ad Atac, che sino ad oggi l'ha usate per evitare il tracollo finanziario grazie alla liquidità finanziaria quotidiana. Insomma, la Ecopass Spa sarebbe una “società miracolo” con incassi altissimi e costi risibili al livello di una concessionaria di autostrade. Un gioiello che fa gola al Movimento Cinque Stelle, un po' meno ai romani costretti a pagare non solo il parcheggio nell'anello ferroviario ma anche il transito.
Gli unici ad accorgersi delle potenzialità del progetto sono alcuni esponenti del Pd, e da qui le barricate in Consiglio Comunale e il tentativo riuscito di bloccare l'ordine del giorno “cavallo di Troia” e cercare di arrivare ad una revisione del testo, almeno condiviso e trasparente.
E i tecnocrati della Mobilità a Cinque Stelle? Hanno capito due cose: primo che per portare a casa il progetto ci vogliono più di 3 anni e poi che senza un trasporto pubblico dignitoso, la congestion charge solleverebbe la città. Praticamente un progetto di mobilità sostenibile socialmente insostenibile.
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