Editoria, il tiggì minuto per minuto. L'Eurispes: “Ecco cosa succede in tv”
L'Osservatorio Tg permette di “interrogare” l’informazione di primetime delle 7 reti generaliste
L’Osservatorio Permanente dei Tg diventa parte integrante dell’attività dell’Eurispes.
L’Istituto, che da trent’anni archivia ed analizza gli articoli dei maggiori quotidiani italiani, potrà ora avvalersi anche di un archivio video facilmente consultabile per completare il panel delle sue analisi sul sistema della comunicazione.
L’Osservatorio, che produce anche una rassegna settimanale pubblicata sulla rivista on line “L’Eurispes.it”, è uno strumento che permette di “interrogare” attraverso adeguate parole chiave, l’informazione di primetime delle 7 reti generaliste. Un servizio utile per investigare i trend comunicazionali sui temi di maggiore dibattito mediatico.
“Il nuovo avvio dell’Osservatorio Permanente sui Tg, con la messa a punto di nuove tecnologie e metodologie, si colloca in una fase della vita politica, economica e sociale del Paese particolarmente delicata. Poiché una buona parte dell’opinione pubblica si forma attraverso la tv e soprattutto con i telegiornali, ci sembra di grande utilità uno strumento come l’Osservatorio, che analizzi e monitori i contenuti e la qualità delle notizie che vanno in onda”, ha commentato Gian Maria Fara, Presidente dell’Eurispes.
Il responsabile dell’Osservatorio Tg Eurispes, Luca Baldazzi, ha spiegato: “Le elezioni politiche 2018 hanno evidenziato, a nostro avviso, una “perdita di ruolo” da parte dell’informazione televisiva. Una perdita non nella sua importanza per il pubblico, ma che si esprime piuttosto nell’inabilità di riflettere le istanze del pubblico, quanto nella incapacità di incidere sui temi stessi della campagna elettorale”.
Baldazzi prosegue: “Come ha rilevato nelle scorse settimane l’Osservatorio, sia nel mese di gennaio sia in quello di febbraio, i personaggi più presenti nei titoli dei Tg sono stati Berlusconi, Renzi, seguiti a ruota da Di Maio, mentre Salvini è rimasto saldamente in coda. Le reiterate citazioni di Berlusconi e Renzi non hanno però determinato quella tenuta elettorale che i due massimi sconfitti si attendevano. Allo stesso modo le più scarse citazioni nei titoli dei Tg di Di Maio e Salvini non hanno impedito ai due massimi “vincitori” delle elezioni di raggiungere percentuali che neanche i sondaggi a loro più favorevoli andavano assegnandogli. Come si spiega quello che è accaduto? A nostro giudizio, questo dato testimonia una frattura tra la narrazione mediatica della campagna elettorale e la campagna stessa; uno shock che, se ha già modificato gli assetti tradizionali della rappresentanza politica, sconfiggendo i due maggiori protagonisti dell’ultimo ventennio, non tarderà a farsi sentire - visto il già citato rapporto tra politica ed informazione - anche nelle linee editoriali dei Tg, visti gli interessi degli “editori di riferimento”.
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