Roma

Egato: come smontare il carrozzone di Zingaretti. Appunti per chi governerà

di Donato Robilotta

A guidare questi enti anche consiglieri regionali in carica, che hanno deciso di non ricandidarsi alle prossime elezioni. C'è il sospetto che siano “paracadute

“Egato, bene sospensione. Ora bisogna cancellare norma che istituisce questi carrozzoni”. Le proteste dei giorni scorsi hanno obbligato la Regione a fare marcia indietro sugli Egato, tanto che il vice presidente Leodori si è affrettato a dichiarare che la convocazione delle assemblee per le nomine, del Presidente e dei consiglieri, sarà compito della prossima giunta subito dopo le elezioni. Puntando anche lui il dito sul compenso degli amministratori.

Io credo che Leodori avrebbe fatto bene a non convocare neanche l’assemblea di Frosinone, che ha eletto Buschini presidente, perché a Consiglio sciolto, dopo le dimissioni del presidente Zingaretti, e con la giunta dimissionaria non si possono compiere atti, come la delibera di giunta che ha istituito gli Egato e la delibera di convocazione dell’assemblea dell’ente, che, a mio modesto parere, non sono atti urgenti né indifferibili e non rientrano tra quelli di ordinaria amministrazione.

Il decreto di Vincenzi sui poteri di Leodori è discutibile

Oltretutto continuo a mantenere tutti i miei dubbi sulla legittimità del decreto del Presidente del Consiglio, Marco Vincenzi, che consente al vice presidente della giunta, Daniele Leodori, di subentrare al presidente Zingaretti nella guida della giunta dimissionaria, per carenza di motivazioni rispetto all’impedimento permanente. Una delle condizioni prevista dallo Statuto per la reggenza.

Il problema degli Egato non è tanto e solo quella del compenso degli amministratori, che pure è un problema, ma il fatto che sono enti inutili, doppioni delle Province, approvati in fretta e furia a fine legislatura, quando la stessa giunta Zingaretti si è rifiutata di rivedere il piano rifiuti, alla luce della decisione del governo sul termovalorizzatore di Roma.

Leggere, poi, che a guidare questi enti possano essere consiglieri regionali in carica, che hanno deciso di non ricandidarsi alle prossime elezioni di febbario2023, fa nascere il sospetto che siano stati istituiti apposta per distribuire incarichi. Sono anni che predichiamo che dobbiamo semplificare, evitare di sovrapporre enti che fanno la stessa cosa, fare in modo che sia chiaro chi fa cosa e chi è responsabile di quella cosa, non solo e tanto per non aumentare i costi ma soprattutto per semplificare le procedure ed evitare che cittadini e le imprese si debbano rivolgere a un numero esagerato di enti per una pratica.

Siamo il paese che si è dovuto inventare la conferenza dei servizi per mettere intorno a un tavolo tutti i tanti enti che decidono sul governo del territorio, proprio perché abbiamo tanti enti che si sovrappongono. Abbiamo tentato, con norme nazionali, di unificare i piccoli comuni o di associare le loro funzioni e allo stesso tempo continuiamo a fare nuovi enti che poi faranno a cazzotti con quelli esistenti.

Nel Lazio fioriscono gli Enti e aumenta la spesa

Al di la della semplificazione di cui ha parlato il vice presidente della giunta Leodori con la riduzione dei consigli di amministrazione di alcune società, fumo negli occhi dal momento che la spesa della Regione e il suo indebitamento è aumentato con la giunta Zingaretti, come scriverò nei prossimi giorni, nel Lazio c’è una stratificazione di enti che si sovrappongono nelle funzioni che fa paura.

Oltre all’ente Regione, a 4 province, 1 città metropolitana e 378 comuni ci sono altri 11 livelli di governo territoriale: comunità montane, che oggi si chiamo unioni dei comuni montani, unioni di comuni, università agrarie, consorzi di bonifica, consorzi per la gestione delle risorse idriche, consorzi per la gestione e raccolta dei rifiuti, consorzi intercomunali, enti parco, consorzi industriali, bacini imbriferi montani, gruppi di azione locale, distretti socio - sanitari e aziende sanitarie. Insomma un groviglio di enti che complicano la vita ai cittadini e alle imprese.

La strada giusta è quella di passare le competenze alle Province

Nel momento nel quale si parla di rilanciare le Province, che la pessima legge Del Rio non è riuscita per fortuna a chiudere, non capisco che senza ha istituire enti che solo il loro esatto doppione. Bisogna assegnare alle province, che hanno la conferenza dei sindaci come massimo organo di rappresentanza, le funzioni degli Egato, dandogli le risorse e le altre funzioni che la Regione gli ha tolto dopo l’approvazione della Del Rio. Era esattamente questa la posizione dell’Upi nazionale quando si opponeva alla legge del Rio, dicendo che la Provincia è l’ambito territoriale per definizione per cui gli possono essere delegate e concesse tutte le funzioni di area vasta come la gestione dei rifiuti.

Nel momento in cui a livello nazionale si parla di riforme istituzionali importanti, come la elezione diretta del Presidente della Repubblica, l’autonomia differenziata, la riforma di Roma Capitale, quella delle Province, con il ritorno alla elezione diretta, e la riforma del testo unico degli enti locali mi auguro che nel Lazio in campagna elettorale si possa affrontare la questione della semplificazione degli enti presenti sul territorio a cominciare proprio dalla cancellazione degli Egato e non solo e facendo diventare la Provincia l’ente di riferimento per tutte le funzioni di area vasta.