Roma

Elemosiniere riattacca la corrente, il Codancons denuncia Acea per calunnia

Il presidente dell'associazione Rienzi tuona: “L'esposto della società non poteva essere presentato. Stato di necessità giustifica l'intervento di Krajewski”

L'Elemosiniere del Papa, il cardinale Krajewski, riattacca la corrente al palazzo occupato di santa Croce in Gerusalemme a Roma ed Acea presenta esposto per allaccio abusivo ma il Codacons non ci sta: “Denunceremo Acea per calunnia”.

 

La vicenda dello stabile Ex Inpdap occupato a Roma si arricchisce di un nuovo capitolo. Il Codacons presenterà infatti martedì alla Procura della Repubblica di Roma un esposto per calunnia contro Acea, in cui si chiede alla magistratura di aprire una inchiesta sul comportamento della società energetica. Alla base della denuncia dell’associazione, lo stato di necessità in cui versano gli occupanti del palazzo, tra cui figurano ben 98 minori.

“L’esposto presentato ieri da Acea in Procura per furto di energia è un atto illegittimo che potrebbe configurare la fattispecie di calunnia – spiega il presidente Carlo Rienzi – Quando infatti si è in presenza di uno stato di necessità come nel caso dello stabile di Santa Croce in Gerusalemme, con bambini e minori che non possono in alcun caso essere lasciati senza energia, non è possibile configurare reati come quelli ipotizzati dalla società energetica. Il nostro codice prevede in sostanza una esimente per particolari casi di bisogno e opportunità, e in questo caso nei confronti dell'elemosiniere Konrad Krajewski non può configurarsi alcun illecito”.

L’art. 54 del Codice penale prevede infatti che: "Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo".