Elezioni 2018 al vetriolo: così la Meloni ha tagliato la testa di Augello
Alle comunali si schierò a favore di Marchini, la vendetta di Giorgia
di Fabio Carosi
Elezioni 2018: a Roma il regolamento di conti tra ex amici ed ex compagni di partito si trasforma in una faida all'ultimo sangue.
Non è solo il Pd a “cambiare squadra” e a lasciare sul campo “onorevoli morti”, come il vicesindaco di Rutelli Walter Tocci e l'ex segretario romano Marco Miccoli archiviati con il bianchetto in aggiunta a Umberto Marroni, ex capogruppo romano, ritratto nelle foto con Salvatore Buzzi e letteralmente ignorato in sede di definizione delle liste.
Il caso più clamoroso a destra è quello di Andrea Augello. La testa del senatore “maitre a panser” di Francesco Storace, Gianni Alemanno e poi di Alfio Marchini alle Comunali 2016, cade sotto la scure affilata di Fratelli d'Italia che così regola i conti della campagna elettorale del Comune, quando Augello si schierò al fianco di Marchini come candidato unico del centrodestra, lavorando ai fianchi l'ex amica Giorgia Meloni affinché ritirasse la sua candidatura e consentisse agli elettori un solo nome da contrapporre al Pd di Giachetti e al Cinque Stelle di Virginia Raggi.
Giorgia Meloni e Fabio Rampelli quella campagna elettorale non l'hanno mai dimenticata e così al momento opportuno hanno smesso di far il filo alla scure e zac hanno chiesto alla coalizione di far cadere la testa dell'ex amico ormai nemico in cambio di qualsiasi cosa. Il conclave di Arcore della scorsa settimana, quello dedicato alla scelta di Stefano Parisi come candidato unico del centrodestra nel Lazio non è servito a salvare la candidatura di Augello. Sul tavolo è arrivato il curriculum del senatore che comprendeva il suo lavoro pro Berlusconi come membro della Giunta per le autorizzazioni del Senato e relatore del procedimento per la decadenza di Berlusconi, ma anche la sua presenza nella Commissione d'inchiesta sulle banche e così il pollice indeciso ha puntato verso il basso. Insomma, uno degli uomini più significativi ed esperti del centrodestra romano è rimasto a piedi per un'accordo spontaneo tra Forza Italia e Fratelli d'Italia con l'appoggio esterno del Pd.
Il commento di Augello la dice lunga su quello che potrà accadere nei prossimi 30 giorni: “Il mio pensiero va allo straordinario gruppo umano che fin qui mi ha seguito: soltanto nel Lazio più di cento amministratori, decine di migliaia di semplici elettori, centinaia di militanti, giovani e meno giovani sempre pronti a sacrificarsi”, scrive l'ormai ex senatore, che poi vaticina: “A loro spetta il compito di considerare questa esclusione nulla di più che un incidente di percorso, che alla fine non cambierà nulla di fondamentale. Lo specchio delle difficoltà e delle frequenti crisi di lucidità politica ed organizzativa del centrodestra si riflette e si misura in ben altri episodi incomprensibili, che raccontano dissapori, risse e baruffe mediatiche ed una grande confusione ogni volta che è necessario compiere scelte per candidature di qualsiasi livello. La mia vicenda personale è solo un modesto effetto collaterale di queste più ampie difficoltà”. Con la gola sì tagliata ma la testa ancora lucida.