Roma
Elezioni col fucile: nuovo scontro cacciatori-animalisti. Appelli ai candidati
Le due lobby si sfidano a colpi di manifesti-appello per invitare i candidati ad esprimersi pro o contro la caccia
Con le elezioni del 25 settembre si apre la caccia al candidato. Prima ad armare i fucili è stata Federcaccia, l'associazione che riunisce le associazioni di cacciatori che ha elaborato un manifesto-appello alla forze politiche. Pronta la reazione degli animalisti, pronti a difendere la legge che regolamenta l'attività venatoria.
Ma andiamo in ordine. Lo scorso 25 agosto, Federcaccia ha diffuso un lungo manifesto tecnico-ideologico con il quale definisce la caccia come “valore assoluto per la gestione attiva del territorio realizzata anche attraverso la caccia è un valore assoluto per la tutela della biodiversità, la salvaguardia del nostro ambiente naturale e agrario, la sopravvivenza del tessuto rurale, la qualità della vita della popolazione”.
Il cacciatore paladino del territorio
E poi con un colpo teatrale definisce il cacciatore moderno “paladino del territorio”, grazie al suo impegno per attività che vanno dal mantenimento dell'equilibrio faunistico, sino al ruolo attivo “nella pulizia di boschi e campagne e al mantenimento delle fonti e delle zone di abbeverata; eseguono interventi colturali negli habitat di pianura e collina, contribuiscono in modo insostituibile ad aumentare il numero di queste zone ricettive per tutta la fauna, cacciabile e non”.
Gli animalisti: "Vogliono smantellare la legge 157/92"
La replica degli animalisti non si è fatta attendere, segno di una contrapposizione storica che non accenna a trovare punti d'incontro. “Un cartello di associazioni venatorie - Federcaccia in testa insieme a produttori di armi - ha diffuso una lettera aperta ai candidati chiedendo implicitamente alle nuove Camere lo smantellamento della legge 157/92 di tutela della fauna selvatica e regolamentazione della caccia. "L’appello congiunto lanciato da diverse sigle del mondo venatorio, insieme ad esponenti degli armieri rappresentati dal Comitato Nazionale Caccia e Natura, nasconde in realtà il tentativo di promuovere una deregulation dei fucili - spiegano le associazioni animaliste ENPA, LAV, LEIDAA, LNDC Animal Protection e OIPA - Per questo chiediamo ai candidati di non sottoscrivere quell’iniziativa e di non contribuire così alla demolizione di uno dei capisaldi della nostra legislazione in materia di tutela faunistica, diretto recepimento delle direttive Europee. D’altro canto – osservano sempre le associazioni - il documento diffuso da armieri e cacciatori, oltre ad avere una chiara ed evidente matrice ideologica, si basa su presupposti errati che, a partire dalla presunta figura del “cacciatore ecologista” e “curatore della biodiversità”, sono stati ampiamente smentiti dallo stesso mondo scientifico".
"Otto italiani su 10 contrari alla caccia, ricordatelo alle urne"
L'appello ai candidati anti-caccia: "Cari candidati – concludono le associazioni animaliste - quasi l'80% dell'opinione pubblica italiana è contrario alla caccia e la crisi spaventosa che l'ambiente e la biodiversità vivono non può tollerare neppure una sola morte provocata da una pratica anacronistica, crudele e insensata come è l'uccidere per divertimento o per fare soldi sulla pelle della fauna selvatica, già tanto in difficoltà. Non firmate, non tradite la Costituzione. La tutela degli animali, dell’ambiente e della biodiversità è una scelta vincente, anche nelle urne".