Roma
Elezioni: "La palla è al centro". Riecco i moderati, senza partito
di Fabio Carosi
Due, tre, quattro. Alla fine saranno oltre 500. Ordinati, composti e con una straordinaria presenza femminile per dire che "i moderati sono un popolo che ha finito di appoggiarsi a partiti che sono lontani dalla loro storia" e che si preparano alle prossime elezioni.
Tra i Popolari per Roma che hanno annunciato alla loro convention la nascita di una nuova lista civica senza i simboili dei partiti, c'è l'atmosfera della rivincita. Ex Dc, confluiti in altri componenti, fagocitati da Forza Italia e dal Pdl, sino a quelli che hanno abbracciato la Margherita senza subire il fascino del PD o che invece hanno cercato di fare l'ala sinistra di An.
A dare la linea Mario Baccini, presidente dei Cristiano Popolari che parte dalla critica. Sul palco Gianni Sammarco, (Area Popolare), Giuseppe Cangemi (Ncd), Roberto Cantiani (ex consigliere comunale Pdl), Rodolfo De Laurentiis della Confindustria Radio Tv e l'ex ministro Maurizio Lupi insieme a Fabrizio Cicchitto. Un "minestrone di centro" al quale Baccini fornisce il soffritto per passare dalla filosofia della "cottura politica" a quella della "cucina": "Negli ultimi anni molti di noi hanno consegnato la tutela dei loro valori a partiti di destra e sinistra che non sono stati in grado difenderli. Roma sta soffocando e con la città anche coloro che un tempo appartenevano al cento medio. Dopo anni di assenza dalla politica attiva ho deciso di tornare ad impegnarmi, sostenendo la nascita di un blocco centrale a Roma e nel Paese".
E annuncia il varo di un consiglio per le idee che dia vita al blocco centrale partendo dalle associazioni, dai movimenti e dalle categorie sociali e che tragga la sua ispirazione dall'economia sociale. Una vera abiura al capitalismo che ha ispirato le forze liberali e una presa di distanza dal socialismo estremo e che ricorda da vicino la "dottrina sociale" di don Luigi Sturzo. Proprio Sturzo riecheggia nel "Pensare Roma", il laboratorio di idee che tra breve sfornerà non un programma elettorale come stanno facendo le altre forze candidate ma un progetto complessivo di città con l'elenco delle emergenze e accanto le soluzioni da mettere in atto. Partendo dagli ultimi, che ormai rischiano di diventare una maggioranza. Sintesi obbligatoria: elezioni di giugno a Roma, la palla torna al centro".