Roma

Elezioni Lazio 2018. Il commento dell'esperto di Termometropolitico

di Gianni Balduzzi

"Il 4 marzo, lo sappiamo, si voterà come nel 2013 anche in Lombardia e Lazio per rinnovare i consigli regionali ed eleggere i presidenti. Il Lazio in particolare è una sfida interessante perché si delinea come una corsa a 3. Il presidente uscente Zingaretti, forse la figura più popolare e spendibile del centrosinistra, cerca, assieme a una riconferma, un riscatto per il PD e la coalizione, dopo aver perso Roma nel 2016 a favore di Virginia Raggi, cercherà di sfruttare, se non il traino nazionale, che appare obiettivamente debole in questo periodo, il malcontento verso la sindaca e il Movimento 5 Stelle a Roma e al di fuori.
Sempre che questo malcontento sia realmente diffuso, e soprattutto a patto che non si riversi in un voto al centrodestra.
E' quello che spera Pirozzi, sindaco della martoriata Amatrice che forte della notorietà post-terremoto si è proposto come candidato del centrodestra, all'inizio guardato con indifferenza e fastidio dalla coalizione, ma ora in pole position per la scelta davanti al poco popolare Gasparri.
Il Movimento 5 Stelle candida la Lombardi, acerrima rivale della Raggi, con cui necessariamente però ci sarà una tregua, in nome del buon esito della campagna elettorale. Per la prima volta il movimento andrà alle urne da partito di governo, e non outsider assoluto, che siede nella stanza dei bottoni se non in regione, in molti comuni, tra cui Roma.
Seguiremo con il nostro sondaggio il sentiment dei laziali, monitoreremo come se la cavano i candidati principali e gli sfidanti minori, tra cui Casapound, dopo l'exploit di Ostia. A chi ruberà più voti, se lo farà, questa volta?"