Elezioni Lazio 2018. E se alla fine nel Lazio la spuntasse la Lombardi?
Voto nel Lazio, testaa testa a tre. L'editoriale
di Er Cavaliere Nero
“Meno migranti, piu’ turisti” e “la mia famiglia votava Almirante”, sono due delle ultimissime dichiarazioni di Roberta Lombardi, la candidata grillina per la guida della Pisana.
Non sono dichiarazioni tra le tante, ma sono studiate bene. A tavolino, frutto di una strategia ben precisa. Eh gia’, perche’ e’ davvero curiosa la geopolitica romana e laziale. E le sorprese sono sempre dietro l’angolo. Il divario tra Zingaretti e la Lombardi e’ ora davvero minimo, complice il crollo del Pd. Si vocifera addirittura sotto i tre punti percentuali. E potrebbe essere proprio l’elettorato di destra, di quella destra ex alleanzina, ne’ berlusconiana quindi, ne’ mai propensa agli estremismi gruppettari, a fare da ago della bilancia e a permettere il sorpasso. Contro il detestato e sempre nemico di sinistra.
E’ accaduto di tutto finora nel Lazio, a destra come a sinistra. E tra carte mischiate e stramischiate, potrebbe essere proprio lei, la pentastellata Lombardi, a farla da vincitrice. Proviamo a ragionare. E’ oramai sulla bocca di tanti la genesi della candidatura Pirozzi: ambienti vicini a Zingaretti a stimolarla, altri, spesso gli stessi, ad averla pompata, fino a far decretare, di fatto, una quasi certa sconfitta del centrodestra. Non e’ stato un caso vedere per mesi la compagna di Matteo Salvini presenziare svariati eventi del sindaco di Amatrice, come e’ piu’ di una voce quella che vede le truppe salviniane locali predicare senza neanche molta discrezione, il voto disgiunto: Pirozzi, e non Parisi, alla presidenza. E intanto un obiettivo e’ stato raggiunto: sbragare il vecchio centrodestra e aprire spazi, per Zingaretti alla Pisana, come per la Lega sul territorio.
E a proposito di voti disgiunti, anche qui si parla di truppe forzaitaliote allo sbando, che, non in nome di un rigenerato patto del Nazareno in salsa laziale, ma di un po’ meno nobile “si salvi chi puo’”, stiano migrando su Zingaretti Presidente. Ecco, proprio questo cannibalismo smodato tutto interno al centrodestra, per la verita’ piu’ romano che laziale, oramai e’ sotto gli occhi di tutti, anche di un elettorato di destra sempre piu’ indispettito nel vedere un vero e proprio suicidio collettivo e quindi orfano, senza volerlo. E come suonano bene alle orecchie del classico militante di destra, gia’ tradito da Fini nel passato, quelle frasi della Lombardi, come ammaliano e come riducono ora dopo ora il margine da Zingaretti. E gira anche questo stornello tutto romano, “senti, da’ retta a me, tanto perdemo e i nostri se so’ venduti tutti pe’ i cavoli loro, mejo questa allora dei zingaretti: votamo ‘sta Lombardi”.
E lei lo sa bene e parla di fascismo ‘buono’, “che prima che degenerasse aveva una dimensione nazionale di comunità attinta a piene mani dal socialismo, un altissimo senso dello stato e la tutela della famiglia”. Esatto, 'buono' e che soprattutto potrebbe farle sorpassare ora Zingaretti.