Elezioni Lazio, il centrodestra brancola nel buio. Tempo quasi scaduto
Entro metà gennaio il Governatore uscente Zingaretti scioglierà l'aula e indirà le elezioni
di Valentina Renzopaoli
Elezioni Lazio, da un momento all'altro il presidente uscente Nicola Zingaretti firmerà il decreto di scioglimento dell'aula e indirà le elezioni del 4 marzo, in concomitanza con le politiche.
Ha tempo fino a 45 giorni del voto e, con tutta probabilità, passata l'Epifania, l'atto verrà formalizzato.
Tra le sei Regioni che andranno al voto, la sfida nel Lazio appare la più incerta. Al momento i candidati in corsa sono tre, il Governatore uscente che tenta la riconferma per il centrosinistra, la deputata M5S Roberta Lombardi e il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi. Buio nel centrodestra, in ritardo rispetto a tutti gli altri, nonostante da mesi girino nomi e potenziali candidati. Un ritardo che potrebbe costare caro allo schieramento, che ha già governato due volte la Regione negli ultimi decenni, ma manca l'intesa tra i leader di Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega.
Con ogni probabilità la scelta spetta a Forza Italia, dopo la vittoria di Nello Musumeci in Sicilia, sostenuto da Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia, quindi l'attesa è per l'ultima parola del cavaliere.
Al momento, l'ipotesi più plausibile è quella di Maurizio Gasparri, come anticipato alcune settimane fa da Affaritaliani, parlamentare “anziano”, romano, capogruppo del Pdl al Senato e ben voluto da Berlusconi. Negli ultimi giorni si è fatto il nome del giornalista Nicola Porro, ma sembra più un depistaggio che un'ipotesi seria.
Alla finestra, anzi sulla soglia della porta, rimane in attesa Sergio Pirozzi. La sua campagna è già partita, con tanto di “vele” già parcheggiate ai lati delle strade. Qualcuno scommette che il sindaco di Amatrice alla fine farà un passo indietro, ma secondo altri rumors invece, alla fine il centrodestra convergerà proprio su di lui, l'uomo dello scarpone, il “pasionario” che piace alla destra, il sindaco del terremoto.