Elezioni: Ostia come la Catalogna, rinasce il sogno dell'autonomia da Roma
Il giornalista lidense guida le liste civiche “Un sogno Comune” e “Ora. Orgoglio Rinascita Autonomia”
Ostia come la Catalogna ma con un approccio graduale all'autonomia: in riva al mare un gruppo di gente comune guidata da un giornalista sogna un distacco graduale da Roma. L'obiettivo è l'autogestione delle risorse. Ma anche una visione nuova con grandi progetti come la Città della Scienza e la valorizzazione della Pineta.
Andrea Bozzi, giornalista televisivo nato e cresciuto ad Ostia, guida le liste “Un sogno Comune” e “Ora. Orgoglio Rinascita Autonomia” e si candida a presidente del X municipio.
Andrea Bozzi, perché da giornalista ha deciso di cambiare mestiere e impegnarsi in politica?
“Dopo aver dato voce per tanti anni ai cittadini come giornalista in televisione nelle mie trasmissioni, ho pensato che questo non bastasse e mi sono voluto impegnare per il mio territorio, perché non credo nell'antipolitica ma credo che i politici hanno deluso ogni aspettativa in questi anni”.
Dalla padella alla brace: giornalisti e politici sono al momento le categorie più odiate in assoluto...
“I giornalisti non sono tutti uguali, così come la politica non è tutta uguale, esistono persone oneste che si vogliono spendere”.
Il punto caratterizzante il vostro programma elettorale riguarda l'autonomia di Ostia. Quali sono i confini a cui avete pensato?
“Non ci sono confini, abbiamo un programma di governo ma siamo gli unici che offrono questa proposta netta, recuperando dopo 20 anni il tema dell'autonomia. Amo dire che solo per questo siamo già nella storia. Ma non ci sono confini perché questo sarà un passaggio successivo più tecnico.
Il nostro obiettivo è più autonomia possibile, che sia il decentramento tanto decantato, che sia la riforma di Roma Capitale dei comuni metropolitani scritta ma mai realizzata,: e poi c'è la terza possibilità, quella di un referendum regionale per staccarsi proprio da Roma. In sostanza, più potere al municipio, tutti dovrebbero più averne , ma per il X è più doveroso perché è più lontano da Roma ed ha risorse che gli alti non hanno”.
Ostia come la Catalogna?
“Ahahah...No perché noi ci sentiamo romani, perché la storia di Roma parte anche da qui. Il nostro non è un discorso di contrapposizione ma vogliamo la possibilità di governare il territorio e finche non si cambia la cornice istituzionale non si farà nulla”.
Con quali risorse Ostia autonoma potrebbe sostenersi e svilupparsi?
“Le elezioni sono il punto di partenza, poi ci sarà un percorso lungo da fare. Con più autonomia Ostia potrà ricontrattare con il demanio le sue aree per sviluppare servizi e dare lavoro, attingere ai fondi europei, gestire autonomamente la raccolta di rifiuti con una società in house, decidere dei trasporti. E questi sono solo esempi. Un po' come ha fatto Fiumicino”.
Quindi Fiumicino è l'esempio da seguire?
“Dal punto di vista del percorso intrapreso si”.
Perché dove hanno fallito in tanti voi dovreste riuscire? E cambiare le cose?
“Perché abbiamo formato due squadre di persone oneste, selezionate, competenti che non hanno nulla da invidiare ad esponenti minori di partiti. Ingegneri informatici, primari, docenti, avvocati, architetti: un grande risultato perché fare impegnare le persone è difficilissimo perché la gente si è allontana dalla politica”.
Scusi, non è quello che ha fatto anche il M5S?
“In parte si, ma l'hanno fatto come risposta rabbiosa e come risposta antipolitica; e poi anche loro purtroppo hanno dimostrato in questi due anni di non essere all'altezza o comunque di non investire su questo territorio. Quando il sindaco Raggi arriva ad Ostia dopo l'incendio della Pineta e ci definisce “periferia di roma” noi non ci stiamo. Noi non siamo l'antipolitica ma quelli che stiamo cercando di portare la società civile nella politica”.
Cosa dicono i sondaggi?
“A dire il vero non c'è una grande attenzione su queste elezioni, crediamo che qualcuno voglia mantenere bassa l'attenzione e che qualcuno giochi a perdere”.
Si spieghi meglio
“M5S e centrodestra rischiano di non avere i numeri che si aspettavano, il Pd punta a limitare i danni, a nessuno interessa a dare attenzione, come se l'astensionismo andasse bene a tutti, secondo noi invece queste elezioni sono una grande chance”.
Quale obiettivo vi siete dati, realisticamente?
“Io penso che noi potremmo essere una grande sorpresa, siamo partiti un pochino tardi, non abbiamo grandi mezzi, abbiamo poche risorse ma non ci poniamo limiti, siamo sognatori”.
Senta, lei sa meglio di me che governare Ostia è complicato, che questo è un territorio difficile anche per la presenza oggettiva di infiltrazioni criminali. Come pensate di affrontare questo tema?
“Lei ha ragione, guai a sottovalutare le infiltrazioni criminose e affaristiche di questo territorio, ma crediamo che queste infiltrazioni ci siamo anche nel resto della città. Come si risponde? Dando tutta la collaborazione possibile alla forze dell'ordine e impendendo qualsiasi infiltrazione all'interno del municipio: se la comunità vera entra nel palazzo quella stessa comunità sarà una difesa. Si affronta con onestà e con le capacità di chi conosce, nel bene e nel male, le luci e le ombre del territorio. Noi che lo conosciamo forse sappiamo come difenderci da certi poteri. Noi vogliamo dialogare con tutte le categorie per portare sviluppo, lavoro, turismo, sporcandoci le mani anche con i rischi che comporta”.
Quali sono gli altri progetti?
“Noi siamo unici che parlano di lavoro, sviluppo e turismo: domenica prossima ne parleremo ad una convention a cui parteciperanno tante persone della società civile che verrano a testimoniare le possibilità di rilancio. Abbiamo individuato tre grandi sogni realizzabili: la Città della scienza, la trasformazione urbanistica e valorizzazione patrimonio archeologico, e la valorizzazione della Pineta in un parco pubblico sostenibile inserito in un circuito del turismo sostenibile europeo, per poter godere di un ritorno economico. Grandi ambizioni, grandi visioni, ma azioni che partono dal basso”.
Tipo?
“Un assessorato alle “piccole cose”, perché il decoro passa dalla piccole attenzioni”.