Roma

Elezioni Ostia, testa a testa M5S-FdI: al ballottaggio. Exploit di Casapound

Dopo 2 anni di commissariamento per mafia vince l'astensionismo: vota appena il 36% dei cittadini

Sarà ballottaggio tra la candidata del Movimento 5 Stelle Giuliana di Pillo e la punta di diamante del centrodestra proveniente da Fratelli d'Italia, Monica Picca sul lungomare romano. I cittadini di Ostia, Acilia e Infernetto hanno decretato che dopo due anni di commissariamento per mafia vogliono una donna al comando del X Municipio.

 

Risultati in linea con le previsioni e i sondaggi: si sapeva da giorni come sarebbero andate queste elezioni, ma il vero interrogativo riguardava quanti punti avrebbero perso i grillini nella roccaforte di Ostia, dopo un anno di giunta Raggi al Campidoglio. Un territorio importante e politicamente complicato, quello del lungomare, che alla chiamata alle urne per le comunali del 2016 aveva raccolto il 43,62% delle preferenze per il M5S al primo turno e addirittura il 76,12% al ballottaggio col Pd di Roberto Giachetti.

Ora i risultati crollano, facendo comunque ben sperare la Di Pillo che si mantiene in testa sull'avversaria del centrodestra con il 30,21% dei voti. Monica Picca segue il 5 Stelle con addirittura il 26,68% delle preferenze: un distacco che sicuramente i grillini speravano maggiore. 

Al terzo posto con quasi la metà dei voti il candidato del Pd, Athos De Luca, che col suo 13,61% paga pegno per gli errori commessi dal suo compagno di partito ed ultimo presidente del X Municipio, Andrea Tassone, commissariato per mafia, appunto.

Grande exploit, invece, quello di Casapound: Luca Marsella raggiunge un 9,08% non del tutto inaspettato. Il candidato di destra, fortemente sostenuto dagli attivisti sia durante le manifestazioni cittadine sia sulle piattaforme dei social network, ha catalizzato consensi su consensi anche grazie alle attività del partito sul territorio in “tempi non sospetti”.

Tra raccolte rifiuti e “gran cacciate” dei venditori abusivi stranieri dalle spiagge del litorale questa estate, Casapound si è presentato ai cittadini come il partito in grado di riportare la legalità nel X Municipio. Se non fosse per l'appoggio manifesto dato da uno dei membri della famiglia Spada, Roberto, fratello del ben più famoso Carmine detto “Romoletto”, condannato in primo grado per estorsione con l’aggravante mafiosa. Un appoggio condannato dagli altri candidati alla presidenza di municipio, ma anche da senatori come Stefano Esposito (Pd), che ha sostenuto la tesi secondo cui l'appoggio di uno solo degli Spada significa il benestare di tutto il clan.

A vincere le elezioni, come in molti avevano previsto, comunque, è stato l'astensionismo. Solo il 36,1% circa di cittadini aventi diritto si è recato alle urne domenica 5 novembre. In campagna elettorale i candidati erano molto preoccupati del fatto che i cittadini di Ostia e dintorni nemmeno sapessero del voto, ma più probabilmente in molti sono stati scoraggiati dalla recente storia del commissariamento per mafia.

La quinta piazza è per Don Franco De Donno, appoggiato da Mdp e Sinistra Italiana, che ha preso l'8,61%. Buona anche la prova elettorale di Andrea Bozzi, il giornalista,  che proponeva ai cittadini di Ostia di trasformare il Municipio X in comune indipendente da Roma, ha preso il 5,54%.
Chiudono Eugenio Bellomo, indipendente di sinistra, con il 3,61%, Giovanni Fiori del Popolo della Famiglia con l'1,34 e l'avvocato Marco Lombardi con l'1,32%.