Roma
Elezioni: Pirozzi vale 3 deputati. Accordo con Salvini, il Lazio fa gola






Gallina dalle uova d'oro per la destra, ma con un'incognita
di Fabio Carosi
Sergio Pirozzi candidato del centrodestra per le Regionali del Lazio 2018? Secondo i bene informati, la saga del sindaco “scarpone”, re dei terremotati e presidente dei Comuni dimenticati, scelto da Berlusconi, Salvini e Meloni per riportare il Lazio a Destra, sarebbe una balla colossale.
Il tormentone della Lista del Terremoto sarebbe un raffinato calcolo politico che dovrebbe portare il mister marchigiano, cuore trasteverino e barricadero delle macerie a ben altro obiettivo. E con la sorpresa che dietro il “cuore solidale” a tessere la trama non ci sarebbero né Giorgia Meloni, tantomeno Silvio Berlusconi. Ammesso che l'accordo sia stato siglato, la firma accanto a quella di Pirozzi, secondo i bene informati, sarebbe quella di Matteo Salvini.
Il calcolo è presto fatto. L'ottimo Pirozzi da solo potrebbe, sondaggi alla mano, portare sì alla conquista della Regione Lazio, ma con un'incognita legata allo “skill” poco adatto al governo di una macchina complessa come quella della Regione e quindi destinato solo se accompagnato da un tutor di prim'ordine che dovrebbe sbrogliare “le carte” e garantire qualcosa di più complesso che ululare al vento i ritardi della ricostruzione e toccare il suo re dell'Italia. Così Salvini avrebbe presentato al sindaco la proposta “oscena”. Tenere in vita la candidatura sino all'ultimo momento e poi fare un passo indietro e presentarsi come capolista della Lega alle Politiche e trainare almeno due-tre deputati col suo nome e con quell'impegno per il territorio che lo ha portato ad essere l'uomo da votare.
Da sempre vicino alla destra sociale, in realtà Pirozzi è il simbolo di quell'Italia dei piccoli comuni che sogna da sempre l'autonomia da Roma mangiasoldi, tanto da esser tentato più volte di dare vita a una specie di Ducato di Amatrice e cammin facendo il sindaco del Comune terremotato si è accorto che le sue posizioni “amministrative” sono più vicine a quelle della Lega di Salvini che alla destra “no ius soli e via gli immigrati” di Giorgia Meloni. Dopo il doppio tour nella villa di Macherio, lo stesso Berlusconi avrebbe riconosciuto a Pirozzi, una capacità di trascinamento straordinaria di consensi ma non avrebbe quelle caratteristiche atte a garantire come minimo una doppia legislatura regionale. E la sintesi starebbe tutta in un battuta che circola nel gruppo di Fi alla Camera: “Con Pirozzi si vince nel 2018 ma non si vince per due tornate consecutive”.
Dunque, Sergio “Scarpone” dopo aver strizzato l'occhio alla Lega sembra pronto per uno sbarco del partito di Salvini nel Centro Italia e a Roma. Da solo vale almeno tre deputati. E chi resta col cerino in mano per la ricerca del candidato giusto sono Fdi e Forza Italia. Penultimo passo per decidere le elezioni in Sicilia, quindi il ballottaggio probabile per Ostia. Poi se non esce il candidato giusto, il centrodestra rischia di servire su un piatto d'argento la rielezione di Nicola Zingaretti.