Roma
Elezioni Roma 2021, Raggi bombardata. Di Battista e Crimi spingono per il bis
Con l'addio della Lozzi, Raggi ha la strada spianata verso la ricandidatura: tra i contrari al bis, oltre all'alleato di Governo Pd, resta solo la Lombardi
Elezioni Roma 2021, Virginia Raggi bombardata su tutti i fronti da Pd, Centrodestra ed ex M5S avvelenati: dalla flop raccolta differenziata alla lentezza di cantiere strategici fondamentali come quello della Metro C. Il sindaco è ancora dubbioso su un eventuale ricandidatura, ma i fedelissimi del Campidoglio, l'amico Di Battista ed il reggente Crimi sembrano spingerla verso un bis.
Chi doveva assere l'antagonista numero uno ad una possibile ricandidatura era la presidente del Municipio VII, Monica Lozzi, ma con l'addio annunciato giovedì mattina per sposare la causa dell'ex grillino Gianluigi Paragone e di Italexit pare più che altro spianargli la strada verso un Campidoglio-bis. Il minisindaco del Tiburtino era infatti una delle voci più critiche tra i pentastellati sul tentativo di ricandidatura della Raggi e più volte aveva ipotizzato di sfidarla in eventuali primarie ma, con l'annuncio che correrà alle Comunale con una lista civica sostenuta dal senatore ex M5S, al momento non pare esserci più esponenti 5 Stelle di peso che vogliano mettere i bastoni tra le ruota alla Raggi se non la “nemica” e capogruppo in Consiglio regionale del Lazio, Roberta Lombardi. La “papessa” non ha infatti mai smesso di manifestare apertamente le sue perplessità sulla possibilità di un Raggi-bis.
Gli altri big del Movimento però non fanno altro che osannare il lavoro della Raggi, elogiandone ogni sua gesta. Giovedì è stata una giornata emblematica in tal senso, con due dei più amati pentastellati che si sono apertamente, di nuovo, schierati al fianco del sindaco di Roma. Il primo è stato Alessandro Di Battista, amico di Virginia Raggi e tra i favoriti a prendere il ruolo di capo politico del Movimento. “Dibba” ha commentato un post Facebook della Raggi sul rifacimento dell'asfalto sul lungotevere, definendo questo lavoro come il migliore degli ultimi 40 anni: "Non ho mai visto in 40 anni un lavoro sulle strade di Roma come quello fatto da te, dalla tua giunta, dai consiglieri e dai Municipi. Il fatto stesso che in tv le parole 'buche di Roma' sono sparite dalle domande è il vostro più grande successo".
Poco dopo è arrivato il secondo endorsement di giornata, questa volta del reggente Vito Crimi, figura che non ha mai smesso di dire che la regola del secondo mandato andrebbe rivista: "Sembrava impossibile riuscire a risollevare questa città unica, la nostra Capitale, ridotta in macerie da decenni di cattiva gestione. Ma la determinazione di Virginia, la sua estrema dedizione verso il bene comune e il suo costante impegno stanno dando i loro frutti: la città cambia volto e la rinascita è iniziata. Sta accadendo, adesso. E i risultati di questo lavoro sono la migliore risposta che possiamo dare ai detrattori o a chi ha deciso di abbandonare questo vero, sano, progetto di cambiamento. Forza Virginia, avanti così".
Chi altro c'è a spingere la Raggi verso un bis? I fedelissimi del Campidoglio come l'assessore al Personale, Antonio De Santis; il capogruppo in Consiglio comunale, Giuliano Pacetti; e la presidente sfiduciata del Municipio IV subito rimessa in sella come commissario dalla Raggi, Roberta Della Casa. Proprio la Della Casa, in risposta all'addio della Lozzi, si è scagliata contro la presidente del Municipo VII rea di essere lei la colpevole della caduta del suo Municipio.
Venuta meno la sfidante interna Monica Lozzi, per la Raggi l'ostacolo più grande verso il tentativo di ricandidatura non è l'opposizione della Lombardi ma l'alleanza giallorossa di Governo: una campagna elettorale in netta contrapposizione tra 5 Stelle e Dem sul Campidoglio potrebbe far entrare in fibrillazione l'esecutivo. Il Pd infatti ha già chiarito che non intende sostenere la Raggi giudicando "fallimentare" il suo mandato ma al momento non ha candidati spendibili potenzialmente in grado di raccogliere anche i voti pentastellati al ballottaggio. La Sinistra è a caccia di un nome di alto profilo per la Capitale, non sarebbe del tutto tramontata l'ipotesi del presidente del Parlamento Europeo David Sassoli mentre l'ex premier Enrico Letta ha ripetuto nei giorni scorsi che serve un candidato romano, sottraendosi così dal totonomi. Restano poi sempre in piedi le possibili candidature dei minisindaci Alfonsi, Caudo e Ciaccheri.
Conferma che il Pd non ha alcuna intenzione di sostenere un Raggi bis è arrivata dal senatore Bruno Astorre che ha definito l'attuale Giunta la peggiore della storia di Roma: "Assoluto rispetto per le dinamiche interne al Movimento 5 Stelle che a Roma è dilaniato e forse qualche responsabilità la sindaca ce l'ha. È invece totale la responsabilità della giunta Raggi nel disastro di gestione della amministrazione e per le condizioni in cui versa la Capitale. È la peggiore della storia".
Spostandoci verso il Centrodestra, anche gli alleati Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia, sono ancora alla ricerca di un candidato. Matteo Salvini nelle sue ultime uscite sui territori della Capitale ha parlato della necessità di trovare un manager per Roma ma dovrà strappare un'intesa con Giorgia Meloni e Tajani. Se ne parlerà, probabilmente, dopo le elezioni di settembre.