Roma

Elezioni Roma: il patto Pd-M5S sulla pelle della Raggi. Il piano Zingaretti

Cancellata l'ipotesi delle Primarie, il Pd ha usato il tavolo del centrosinistra per prendere tempo, in attesa della sentenza Raggi sul caso Marra

Elezioni Roma 2021: dopo 60 giorni e oltre 40 ore di inutili riunioni su zoom del centrosinistra romano, si scopre il bluff di Nicola Zingaretti e del segretario romano Andrea Casu: nessun cartello elettorale con un programma per Roma e un candidato, ma solo una melina per prendere tempo, aspettare che la Raggi “sfiorisca” in Tribunale e poi dare vita all'accordo Pd-M5S con il sindaco uscente a fare da spettatore.

Magari con un candidato Pd nuovo di zecca a correre come sindaco e una seconda linea del Cinque Stelle romano a vendere un'idea di continuità al popolo stellato.

L'operazione melina è però fallita sotto le picconate di Carlo Calenda con la baby di delegata di Azione, la giovane Flavia de Gregorio che ha messo il tavolo a soqquadro, chiedendo di farla finita con le chiacchiere e di affrontare l tema delle candidature e di rapporto col 5 Stelle. Tanto è bastato per far annunciare al suo leader il congelamento. Ma non è solo Calenda ad aver capito il tatticismo del Pd e della segreteria, perché il gruppo che fa capo a Massimiliano Smeriglio manda la palla in tribuna, sollevando nuova polvere con Amedeo Ciaccheri, protagonista di un intervento capriola: “Nessun tavolo con M5S la Raggi la batteremo nelle urne”, salvo poi puntualizzare che , “Non vogliamo in nessun modo ridurre la fallimentare esperienza del Movimento 5 Stelle allo scalpo di Virginia Raggi, sarebbe un errore clamoroso che non possiamo permetterci”. E poi il classico appello all'unità delle chiacchiere e a ridare vita al tavolo.

Il bilancio dopo due mesi di interminabili webinar è l'assenza di un vero programma su cui costruire l'alleanza e il seppellimento dell'ipotesi delle Primarie, tema che nessuno ormai affronta più.