Elezioni Roma, parlano i costruttori: "In verità non ci sono soldi"
Edoardo Bianchi, presidente Acer, risponde sui temi delle prossime elezioni: "Case e urbanizzazione poi il Comune deve trovare 100 milioni per i piani di zona"
di Luigia Luciani
Elezioni, emergenza Roma, legalità sicurezza, promesse degli aspiranti sindaco e un tema fondamentale: il lavoro. Chiunque a Roma dovesse diventare il nuovo sindaco, dovrebbe confrontarsi con un grande tema: la crisi dell'occupazione. I dati sulla mancanza di lavoro preoccupano soprattutto per i numeri nel comparto dell'edilizia. Cosa fanno i sindacati e le associazioni di settore? Quali idee e progetti propongono? Sono a favore di grandi opere, seppur private, che possano garantire nuova occupazione? Affaritaliani.it lo ha chiesto a Edoardo Bianchi, presidente dell'associazione costruttori, Acer
Presidente Bianchi lei è tra le persone più qualificate per un bilancio della crisi nel settore edile e in quello delle infrastrutture... Il vento sta cambiando rispetto agli ultimi anni?
“Partiamo da questa considerazione: il settore delle infrastrutture è completamente bloccato. Come associazione di categoria ad esempio, abbiamo presentato un bando sulla manutenzione stradale assolutamente innovativo, ma fermo da quattro mesi in Comune. Ovvero da quando l'assessorato in Campidoglio era presieduto da Paolo Masini.”
Bando innovativo? Ci faccia capire meglio...
“Si tratta di un bando che potremmo definire disgiunto, che prevede la sorveglianza delle strade insieme a interventi di ripristino e messa in sicurezza. Per realizzarlo, in attesa dell'approvazione, servono i soldi però. La verità è che non ci sono le risorse e noi imprenditori nel settore delle costruzioni, avevamo già chiesto di destinare i fondi non solo alle grandi opere, ma anche alla manutenzione ordinaria. Tema fondamentale per l'Acer resta questo: le gare sulla manutenzione devono essere centralizzate (dal Comune), mentre i municipi dovrebbero occuparsi solo di controllare che le cose si realizzino nel migliore dei modi. Centralizzare la spesa.”
I privati potrebbero essere la salvezza della città in attesa che dal pubblico arrivi il giusto sostegno?
“I fatti stanno in questo modo: case e urbanizzazione devono andare a braccetto. Il Comune deve trovare 100 milioni per ultimare i piani di zona. Per quanto riguarda il settore dell'edilizia privata, comunque in crisi, lì la questione è semplice: non c'è la giusta serietà per affrontare il problema. Occorre lavorare ad un housing sociale e in 5 anni i risultati si vederebbero.”
A proposito di privati...il progetto dello stadio a Tor di Valle, che attende “lo sblocco” dell'iter in Regione, potrebbe restituire nuova linfa ad edilizia e infrastrutture?
“Le rispondo così. In quanto romanista sono favorevole alla realizzazione dello stadio e poi in questo modo Francesco Totti non smetterebbe mai di giocare! Scherzi a parte, se l'opera si facesse sarebbe un fatto positivo per Roma. Significherebbe che magari anche dall'estero tornerebbero ad investire capitali, e comunque se si sbloccasse l'iter per lo stadio, sarebbe il caso accadesse lo stesso per tanti altri progetti che attendono solo di partire.”
Il sindaco che verrà eletto a giugno potrebbe dare impulsi nuovi, magari anche sul tema posti di lavoro che mancano? A proposito sta seguendo con interesse questa campagna elettorale?
“Tutti si riempiono la bocca sulla mancanza di posti di lavoro, eppure a Roma in 6 anni hanno chiuso due Ilva, se guardiamo i numeri! Tutto ciò è accaduto senza clamore. Mi chiedo il perchè. Mantengo negli anni un ottimismo di cuore e non di cervello, ma nell'assistere a questa disoccupazione selvaggia, all'impoverimento e all'imbarbarimento di Roma anche quello svanisce. Mi viene da dire soltanto che occorre ritrovare l' efficientamento della macchina amministrativa.”
Presidente, chiudiamo l'intervista con qualche indicazione a chi verrà?
“L'Acer non vuole dare indicazioni, tutto si riassume in due parole: manutenzione e riqualificazione. Poi sarebbe il caso di guardare al vero problema, ovvero il bilancio del Campidoglio che ogni volta risulta ingessato per l'80% e impegnato su quelle che vengono definite spese fisse".
"Il problema non sono le buche ma i posti di lavoro"
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