Roma
Elezioni Roma, "si parla solo di nomi". Lo sfogo di Grancio: "Ma le idee?"
Cristina Grancio, consigliere DemA Gruppo Misto, soleva perplessità sull'iter per la selezione del candidato del centrosinistra
di Cristina Grancio *
A Roma in vista delle prossime elezioni si continua a parlare di nomi “forti” per i candidati sindaci, dalla Lega al centro-sinistra, nomi e solo nomi. Roma è nella sostanza affondata nella melma, creata negli ultimi decenni di amministrazione, nella quale il MoVimento 5 stelle sosteneva di poter risollevare la Capitale, forte dei principi per cui non vale la persona, ma solo il programma perché in fondo un eletto era solo un portavoce dei cittadini.
Ieri al programma di Fabio Fazio “Che tempo che fa” Calenda si è candidato a sindaco di Roma, parlando di lavoro corale al quale si auspica partecipino tutte le forze del CentroSinistra. La mia visione purtroppo è estremamente pessimista riguardo a questo concetto di coralità che ho percepito estremamente lontano dalle esigenze del territorio di Roma che hanno prima di tutto bisogno di una visione politica della città.
Quale sarà la visione del centrosinistra con un sindaco socialdemocratico liberale come lui stesso si è definito?
La scorsa settimana ho partecipato ad un incontro propedeutico voluto dal segretario romano del PD Casu con quelle che sono definite le “forze del centro sinistra” in opposizione al Campidoglio e sono stata assalita da una grande tristezza. Ho percepito l’impotenza dei partiti, detti dello “zero virgola” di discostarsi dal tema della paura di “scomparire” dal panorama politico, per poi concretizzarsi alla fine nell’accontentarsi dello strapuntino in consiglio comunale e dintorni.
Parliamoci chiaro, non è che non sia importante essere presenti come eletti nei consigli comunali, ma quello che ho cercato di far notare è che se le primarie avvengono prima di tutto sulla base di questa spinta piuttosto che sulla lucida capacità di analizzare che il maggior azionista di queste primarie del il PD- è colui che ha sfornato politiche che nel lungo periodo hanno più danneggiato Roma significa non essere in grado di capire che Roma non avrà mai una svolta. Al tavolo del PD non ci si deve sedere col cappello in mano, ma pare questo concetto non sia stato apprezzato.
Più che una conquista per i piccoli pianeti che orbitano intorno al PD mi sembra che sia il solito fumo agli occhi per i cittadini di Roma che si illuderanno che quelli che partecipano alla scelta del sindaco abbiano possibilità di incidere sulle politiche della città. Uscirà il personaggio più forte in termini d spartizioni che imporrà la sue scelte alle quali gli altri si adegueranno, ottenendo qua e la qualche contentino che nulla hanno a che vedere con le reali necessità della città: avere una visione di carattere generale sulla città, a cominciare dal diritto all’abitare, a quali strumenti usare al fine di raggiungere una sostenibilità nella mobilità, a come preparare la città alla grande trasformazione dello Smart working, a come contrastare la speculazione che si fa del nostro territorio col consumo forsennato di suolo che invece di essere messo al servizio dell’ambiente ed al centro dello sviluppo economico della città.
Oltre la mia, una sola voce fuori dal coro ho sentito, disposta a morire dal loro punto vita-pur di rinascere.
Roma ha grande bisogno di nuova linfa che non arriverà dalle primarie del centro sinistra, ma che, spero, possa essere riconosciuta da chi in questi anni ha lottato per la sua sopravvivenza e sappia creare le condizioni affinché la rinascita possa compiersi.
* Cristina Grancio, consigliere DemA Gruppo Misto