Roma
Elezioni Roma, tutti contro Raggi: il Campidoglio castello sotto assedio
Da Destra e Sinistra il claim della campagna elettorale è “cacciare la sindaca”. Poi l'ex fedele Enrico Stefàno è sceso in guerra
Tutto contro Virginia Raggi: dal Pd che si prepara a una campagna elettorale nel segno del “basta sindaca”, al centrodestra che punterà “a cacciare la Raggi”. Nel quadro generale di pochezza di idee, si aggiungono anche i “dissidenti” per le mancate nomine che sparano a zero sul sindaco uscente.
A dispetto del ministero degli Interni che ancora non ha deciso la data delle consultazioni (ma la tendenza in attesa di conferma è per il primo turno al 13 giugno), a Roma la campagna elettorale per le Comunali è già in piena attività.
Persino le bancarelle, accessorio della città più odiato dai romani, diventano oggetto di scontro elettorale per la decisione della Raggi di mettere a bando tutte le postazioni, interpretando grazie ad un parere del Garante della concorrenza, e annullando il rinnovo automatico delle concessioni per oltre 10 mila postazioni. Un'economia, quella delle bancarelle, che sorridere di fronte ai problemi reali della città e l'assenza di una visione strategica. E così la lobby dei bancarellari è partita all'attacco del Comune col sostegno del centrodestra.
“Cacciare la Raggi” è anche il segno distintivo dell'ala anti-ricandidatura del Cinque Stelle, rappresentata dal presidente della Commissione Trasporti, Enrico Stefàno. Dopo aver passato 5 anni a studiare da assessore ha mal digerito la nomina di Pietro Calabrese a responsabile del traffico e così è diventato la prima linea dell'anti-raggismo, arrivando a sparare contro la stessa sindaco, in un duetto facebook con il fedelissimo Angelo Diario, che più che un esponente politico romano sembra un seguace di una religione non riconosciuta. Così Diario si spertica (inutilmente nelle lodi alla Signora per i giardini di via Sannio e Stefàno spiega invece che i meriti sono dei lavori della Metro C per il quali l Comune non ha certo “accelerato” i lavoro. E per smontare la tesi fideista, lancia un siluro ad alzo zero: “Le tue parole sono completamente fuori luogo, anzi, prendono in giro i romani e offendono la comune intelligenza”. Zac, affondato Angelo Diario e i presunti meriti per i giardini di via Sannio. E che dire dell'ultimo “attacco” sulla visita al cantiere di via La Spezia? Raggi posta e Stefàno riposta una lezione di ingegneria della mobilità, con al quale sentenzia: “... nella migliore delle ipotesi, la Sindaca non legge ed approfondisce le delibere e i progetti che le accompagnano prima di approvarli. Con il suo “blitz” di stamattina, tirata per la giacchetta dai soliti comitati dei contrari a tutto per i quali a Roma non si è mosso mai nulla (e probabilmente mai si muoverà) ha calpestato mesi e mesi di riunioni, sedute di commissione e atti di indirizzo alla presenza del Municipio VII, della Polizia Locale, di Roma Servizi per la Mobilità, del Dipartimento Mobilità e Trasporti e Atac e bla bla”.
Dunque Raggi è avvisata: ogni volta che alzerà la testa, l'ex padrino dei trasporti, è lì pronto come un falco a mangiare ciò che resta dei suoi progetti”. Una vera spina nel fianco che diventerà protagonista della campagna elettorale.
E a sinistra? Nel silenzio assordante del Pd, che deve ancora capire la sua visione per Roma, a bombardare il Campidoglio ci pensa Liberare Roma, la super corrente riconducibile a Massimiliano Smeriglio, Andrea Catarci e Amedeo Ciaccheri che da pià di un anno lavora alla cacciata della Raggi. Non a caso Liberare Roma, sta per “liberare Roma dalla Raggi”.
Infine, Matteo Salvini: l'annuncio che entro una settimana sarà ufficiale il nome del candidato, già dalla fine dell'estate è sceso in campagna con una serie di manifesti che denunciavano le “incompetenze della Raggi”. Dunque, il Campidoglio è un castello sotto assedio e un “Aridaje” di Beppe Grillo è come una rondine: non fa primavera.