Roma
Emergenza acqua, la Regione Lazio chiede al governo lo stato di calamità
La siccità mette alle strette: comuni nella disperazione
La regione Lazio chiede al governo lo stato di calamità per l'emergenza idrica. Ad annunciarlo l'assessore alle Infrastrutture, Politiche Abitative ed Enti Locali della Regione Lazio, Fabio Refrigeri.
A giustificare la richiesta dell'assessore, le limitate risorse idriche potabili e la scarsità di acqua per irrigare i campi, che sta mettendo in ginocchio agricoltori e allevatori. Refrigeri punta il dito contro i gestori del servizio idrico che non sono stati in grado di gestire difficoltà che lui definisce “importanti, ma non eccezionali” e contro il governo che non ha pensato a un intervento pubblico per integrare l'afflusso scarso di acqua.
“In questo quadro, sono segnalate diverse situazioni gravi, come nei territori di Ato4, ovvero nella zona del sud Pontino e dei Monti Lepini. Qui si registra una drastica riduzione per due sorgenti di Capo d’Acqua e Mazzoccolo, con una mancanza di approvvigionamento pari a 116 litri al secondo che penalizza cinque comuni. A ciò si aggiunga, in area del Nord Pontino, una mancanza di 45 litri al secondo a danno di altri sette comuni. In Ato5 poi, nella zona Nord, riduzioni la cui portata oscilla dal 20 al 70% hanno comportato da parte dei presidenti di Ato4 e 5 la richiesta di attivazione dello stato di emergenza idrica”, ha precisato Refrigeri, che sottolinea come la situazione stia avendo importanti ricadute sul lago di Bracciano e sul fiume Aniene.