Roma
Emergenza clima, l'allarme: il Comune di Roma butta al vento un patrimonio
L’assenza di progetti concreti espone casali e terreni del Comune a rischio occupazioni e discariche abusive. L'analisi di Cristina Grancio
di Cristina Grancio *
L’Amministrazione capitolina ha acquisito in proprietà, a seguito di cessioni, centinaia di ettari di terreni e casali con destinazione urbanistica agricola, spesso di grande pregio ambientale e paesaggistico, sottoposti a vincoli di tutela.
Nella maggior parte dei casi queste proprietà fanno parte del sistema delle aree naturali protette di Roma, il cui attuale stato di abbandono può configurare anche un danno ambientale. L’assenza di progetti ed interventi concreti espone i casali e i terreni acquisiti al rischio di occupazioni senza titolo, e allo sviluppo di discariche abusive di rifiuti, laddove gli inquinatori trovano proprio nei terreni privi di utilizzazione e controllo lo spazio più adatto ai loro crimini. E’ un problema di dimensioni rilevanti, anche per i suoi aspetti di danno patrimoniale, visto che l’amministrazione non riscuote affitti su questi cespiti immobiliari.
Questo eccezionale patrimonio potrebbe essere invece utilizzato a pieno per lo sviluppo di nuove iniziative economiche, visto il crescente interesse in città, per le nuove attività agricole multifunzionali che coniugano attività produttive e servizi di rilievo sociale. Sono infatti in crescita da alcuni anni le iscrizioni agli Istituti agrari, segnale evidente di una ripresa dell’interesse dei giovani per l’occupazione agricola; segnale positivo che andrebbe colto e valorizzato dall’Amministrazione, mettendo a disposizione le proprietà capitoline a destinazione agricola.
Roma ha grandi potenzialità ambientali e sarebbe in grado di creare occupazione e fornire alla città prodotti agricoli di qualità a chilometro zero, ed inoltre la moderna agricoltura multifunzionale può inserire nell’attività servizi di rilievo sociale, fra i quali gli agri-nido e i servizi per l’integrazione lavorativa dei disabili.
Inoltre un’attività agricola che sfrutta le conoscenze tradizioni a discapito di quelle industriali ha una maggiore possibilità di sopravvivenza all’instabilità economica che sta subendo questo ambito e maggiore resistenza alla futura carenza di risorse idriche legate alla siccità e alla presenza di eventi atmosferici estremi quali le alluvioni.
L’agricoltura può restituire molto a Roma ed è l’unico vero argine contro l’avanzare del cemento che sta compromettendo irrimediabilmente l’Agro romano ed una delle prime cause climalteranti. Per questi motivi spero venga positivamente accolta la Mozione che ho presentato in Consiglio Comunale sul tema.
* Cristina Grancio, consigliere DemA Gruppo misto