Roma
Energia, mercato tutelato: al citofono i cacciatori di bollette. “Siamo Acea"
Suonano al citofono e... "Dobbiamo adeguare il contatore”. Il trucco per accaparrarsi i contratti del mercato libero dell'energia. Chi firma è perduto
di Patrizio J. Macci
Indossano giacca e cravatta di colore scuro e occhiali in tinta come i protagonisti del film Matrix (o se volete operatori delle pompe funebri), le donne invece hanno un dress code più libero ma il tailleur è preferito dai mandanti. Al collo sfoggiano un cartellino con il logo dell’Acea con scritto nome, cognome e fotografia, tutto nei canoni della legge. L’obiettivo è convincere tutti quelli che ancora fanno parte del “Mercato tutelato” dell’energia elettrica a stipulare una nuova offerta. La taglia è di 30 Euro per ogni scalpo riportato in ufficio, cioè nuovo contratto.
Lo rilasciano delle piccole società che nulla hanno a che vedere con l’Azienda, ma che indottrinano e fanno scorrazzare questi operatori spartendosi la città in maniera chirurgica. Vittime preferite, persone anziane o sole, soggetti dubbiosi o distratti. Il fine può essere raggiunto con qualsiasi mezzo: spacciando mezze verità, dicendo bugie e “minacciando” l’utente di catastrofi imminenti.
Agghindati come i partecipanti a un saluto estremo, il funerale che vogliono celebrare è quello della vostra bolletta. Imperversano scampanellando con insistenza ai citofoni in gruppi di tre o quattro. Creare panico è il loro comandamento e ogni mezzo è valido a questo scopo.
Benvenuti nella jungla dei venditori di contratti porta a porta di energia. La fine imminente del Mercato libero fissata a luglio 2020 ha scatenato la fame delle compagnie che imperversano via mail, telefono ma, soprattutto on the road. I contratti di chi non sceglie ora una tariffa andranno probabilmente all’asta e ogni operatore cerca di accaparrarsi più clienti possibili prima dell’armaggedon.
Dopo un corso formativo motivazionale della stratosferica durata di 120 minuti e due settimane di affiancamento non retribuite, i mastini del contatore scendono in campo, più ostinati dei venditori di pedalini che imperversano a ogni incrocio della Capitale. Consumano gradini davanti all’allettante promessa di un aumento; dopo otto contratti stipulati in due settimane si sale di livello diventando caposquadra con ulteriori guadagni: un bonus di 5 Euro per ogni firma ottenuta dai propri sottoposti.
“Ha un problema con il suo fornitore? Lei paga troppo… noi le porteremo tutto il consumo in unica fascia…” oppure “il conguaglio è stato abolito per legge, quindi le dobbiamo adeguare il contatore alla nuova fascia, altrimenti dovrà andare a farlo di persona a piazzale Ostiense”.
Queste sono le affermazioni standard aggressive e truffaldine con le quali ogni giorno vengono incensati centinaia di cittadini invitandoli a mostrare la propria bolletta per carpire il codice identificativo e i dati anagrafici, elementi indispensabili per procedere a una nuova fatturazione. Poco o nulla viene spiegato realmente al cliente sui costi reali, il prezzo del kilowatt consumato e in quali fasce di tempo. Salvo lasciargli un malloppone di carta all’interno di una cartella a frittata fatta. Mentre l’utente chiacchiera allegramente l’operatore comincia a compilare la modulistica, quando ha finito presenta il conto del risparmio ipotetico. Sono decine e spesso centinaia di euro davanti ai quali pochi resistono. Poi viene interpellata la sede che richiama l’utente sul suo numero e il gioco è fatto. A quel punto i “salvatori della patria energetica” avranno i loro trenta euro, ammesso che non via sia un impedimento per la stipula come morosità pregresse.
Il cliente si accorge solo dopo diversi mesi che il conto da pagare, per motivazioni oscure, è superiore a quanto pagato prima e ha addirittura assorbito il risparmio iniziale. Chi firma è perduto.