Roma
Enrico Letta sindaco di Roma. #staisereno candidatura vendetta
Il toto candidato è partito due minuti dopo l'annuncio del premier sulle elezioni a Roma, fissate per la prima decade di giugno. E a guardare il calendario la data del 12 per il primo turno sembra quella più adatta, con il ballottaggio eventuale per il 26. La corsa è tutta sulla corsia di sinistra della politica romana, dove sono pronti a misurarsi in tanti, almeno per le primarie.
Scontata la candidatura di Stefano Fassina di Sinistra Italiana, col compito di raccogliere quel poco che resta di Sel e di riunire i "no Renzy", il vero colpo di scena è l'ipotesi che circola già dal giorno di Santo Stefano ed è quella di chiedere all'ex presidente del Consiglio, Enrico Letta di lasciare Parigi e di tornare a far politica attiva candidandosi a sindaco di Roma. E' lo scherzetto che un pezzo della sinistra romana ormai allergica alla rottamazione renziana vorrebbe giocare al Premier, "vendicando" quello #staisereno che segnò la fine anticipata del governo Letta.
Letta è gradito ad un pezzo importante del Pd romano, ha un lasciapassare per il Vaticano, è un moderato e potrebbe far convergere su di se i voti di quella ex borghesia romana che ha sempre parteggiato per il centrodestra e che ha votato per anni Democrazia Cristiana, poi Forza Italia, infine è stata confinata nel vuoto di un progetto politico che non c'è più. Secondo gli analisti Letta potrebbe dunque prendere voti in entrambi gli schieramenti e togliere qualcosa persino all'outsider Alfio Marchini. Per non parlare dell'effetto che Letta potrebbe avere sul Cinque Stelle, spinto da sondaggi formidabili. Resta solo da capire come convincere Letta che da Parigi guarda Roma con distanza. L'idea è di presentare la sua candidatura non tanto come una vendetta, quando un ritorno alla politica attiva in grande stile.
E visto che il Pd non è nuovo a psicodrammi, sembra che il cuore di Palazzo Chigi batta proprio per Roberto Giachetti, già "sondato" nel mese di novembre. Da democrazia proletaria al fianco di Francesco Rutelli, Giachetti vorrebbe "mettersi a disposizione" di Renzi per tentare di riunire ciò che lo stesso Renzi ha diviso. Tra coloro che potrebbero partecipare alle primarie, ricircola il nome di Walter Tocci, deputato, già vice di Rutelli e passato alla storia per aver "domato" il traffico romano con la "cura del ferro". Agli amici (tanti) che vorrebbero un suo impegno. Tocci ripete: "Grazie per gli attestati di stima, ma basta così. Ho già dato". Tra i tanti rumors degli outsider l'unico a rimanere in piedi è quello di Riccardo Magi. Piace solo a un pezzo del Pd, quello meno a contatto con l'apparato elettorale trasversale di costruttori e palazzinari. A sorpresa potrebbe presentarsi alle Primarie insieme all'incognita Ignazio Marino.
Infine, il lavoro di preparazione delle Olimpiadi del 2024 e la vicenda di Banca Etruria hanno fatto finire nel dimenticatoio i nomi di Giovanni Malagò e di Maria Elena Boschi.