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Roma
Entrate, cartella pazza a bimbo di 6 anni: ha evaso l'Irpef sulla liquidazione

Cartelle esattoriale pazze? No, marziane, perché spedire una cartella esattoriale ad un bambino di 6 anni e per di più per non aver pagato le tasse sulla liquidazione per un lavoro del passato è un record che difficilmente l'Agenzia delle Entrate potrà eguagliare.

Accade ovviamente a Roma, dove lo scorso 12 giugno, Alfio Riccardo D.M. Per i compagni di asilo Riccardino, ha ricevuto una comunicazione dell'Agenzia delle Entrate di Roma, relativa a imposte non pagate nell'anno 2017. Solo che Riccardino è nato nel 2018 ed è decisamente difficile che non abbia versato l'Irpef per un'indennità di fine rapporto. Come dire: per l'Agenzia delle Entrate, il piccolo è un evasore fiscale perché ha omesso di versare le imposte sulla sua liquidazione dopo aver lavorato chissà per quanti anni e chissà da quale datore di lavoro.

Quando la burocrazia diventa "burofollia"

Una svista? Più che altro un episodio di burocrazia folle dove due dati evidenti, l'anno di nascita e un trattamento di fine rapporto, avrebbero consigliato di nascondere la cartella nel fascicolo delle follie. Invece no:l'Agenzia l'ha recapitata al domicilio di Riccardino, dove i genitori sono rimasti sospesi tra lo scherzo di qualche buontempone e una risata che avrebbe dovuto seppellire tutti gli impiegati dell'Agenzia che hanno messo la loro faccia in questa commedia dell'assurdo.

La mamma di Riccardo va allo spertello delle Entrate

Ma la mamma del bimbo non si è persa d'animo ed ha affrontato il “mostro”. E' andata allo sportello delle Entrate e ha chiesto spiegazioni. Racconta l'associazione Giustitalia alla quale la donna si è rivolta costretta a dover presentare opposizione all'atto: “Addirittura l'impiegato, in un primo tempo, tratto in inganno da quel numero "18" sul codice fiscale, ha pensato ad un vispo 96enne che non avesse pagato qualche tassa nel corso della propria lunga vita...ma quando ha verificato meglio che si trattava di un "2018" e non "1918" (quale anno di nascita) e, quindi, di un bambino di appena 6 anni, è letteralmente saltato dalla sedia”.

I genitori dovranno presentare opposizione formale alla Commissione Tributaria

Poiché si tratta di un atto formale, la famiglia di Riccardino sarà costretta a presentare opposizione formale alla Commissione Tributaria provinciale di Roma per chiedere la cancellazione della cartella. In un paese normale quell'atto dovrebbe essere ritirato ma in Italia no. Sarà il contribuente - nel caso chi ne fa le veci – a dover inoltrare la richiesta. Diversamente la sanzione da 449, 71 euro, di cui 345 euro per Irpef indennità di fine rapporti, 0,91 euro di interessi e 103,57 di sanzione, lo perseguiterà per tutta la vita.

Riccardo rischia un pignoramento

Per lui c'è il rischio che alla scuola dell'obbligo qualche altro solerte funzionario possa disporre anche un pignoramento. Magari dello zainetto con i libri delle scuole elementari.

La risposta dell'Agenzia delle Entrate

Desideriamo precisare che la cartella di pagamento citata fa riferimento alle imposte dovute sul trattamento di fine rapporto erogato dal datore di lavoro alla moglie e ai tre figli del signor DM deceduto nel 2017.

Il datore di lavoro del Sig. DM ha comunicato all’Agenzia le quote di trattamento di fine rapporto erogate a ciascuno dei suoi quattro eredi e, come previsto dalla legge, sono stati emessi quattro avvisi di liquidazione delle relative imposte, inviati alla madre dei bambini sia in qualità di erede che di tutore dei minori. Successivamente sono state emesse le relative cartelle di pagamento, tutte indirizzate alla signora e notificate da Agenzia delle entrate-Riscossione in data 7 luglio 2022.

L’Agenzia è a disposizione per fornire supporto e assistenza alla famiglia con un apposito canale di dialogo presso la Direzione regionale del Lazio o via email dr.lazio.sf@agenziaentrate.it).







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