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Roma
Erdogan a Roma, scontri durante il sit-in. Manifestanti identificati in piazza

Curdi e simpatizzanti che si sono riuniti per un sit-in contro la visita a Roma del presidente turco Erdogan sono stati bloccati per ore in piazza dalle forze dell'ordine.

 

La manifestazione indetta da Rete Kurdistan era stata approvata dal Questore di Roma davanti a Castel Sant'Angelo, a pochi passi dalla Green Zone dove qualunque protesta era vietata per garantire l'ordine ed evitare gli scontri.
Lì si sono riunite circa 150 persone provenienti dagli ambienti dei centri sociali, dalla rete curda romana o arrivate apposta da altre città per protestare contro Erdogan.

Quando i manifestanti hanno tentato di trasformare il sit-in in un corteo, muovendosi verso il lungotevere, la polizia in tenuta antisommossa ha bloccato il flusso di persone e ha caricato.

Solo due manifestanti sono rimasti feriti ma la tensione si è alzata in pochi istanti. Il sit-in, che sarebbe dovuto terminare intorno alle 14 si è prolungato proprio per l'intervento delle forze dell'ordine, che hanno circondato i manifestanti nel piazzale antistante ai giardini di Castel Sant'Angelo. Le persone riunite non sono state fatte defluire e i pochi che sono andati via hanno dovuto prima farsi identificare attraverso la ripresa video anche dei loro documenti di identità. La tensione si è rialzata quando alcuni manifestanti, circa 50 i militanti rimasti, chiedevano di poter uscire senza essere identificati, unica condizione per uscire. Una ragazza è rimasta lievemente ferita, ma, dopo una breve carica di alleggerimento, è tornata la calma, ed i manifestanti si sono radunati in prossimità di uno dei varchi di uscita dal piazzale.

"Questa mattina il presidio è stato convocato da rete Kurdistan Roma,un movimento che unisce tutte le realtà romane che denunciano i crimini di Erdogan contro i curdi nel Nord della Siria. Questa mattina il presidio qui a Castel S'Angelo era autorizzato per contestare il presidente Erdogan, poi è stato aggredito dalle forze dell'ordine quando Erdogan si spostava da San Pietro”, ha dichiarato Amedeo Ciaccheri di Rete Kurdistan Roma.

"Le dittature si contrastano opponendo la forza della pace. L'epilogo che ha visto tafferugli tra manifestanti anti Erdogan e forze dell'ordine al termine del sit-in contro la visita del presidente turco invece non aiuta le ragioni della pace. È un epilogo che però non può offuscare una piazza per la difesa della libertà e dei diritti – ha dichiarato No Bavaglio, in piazza insieme a Rete Kurdistan - Per contrastare la violenza di una dittatura l'unico modo che conosciamo noi della Rete No Bavaglio è quello di diffondere i valori della pace e della democrazia. È la forza della pace che deve vincere. Per questa ragione pensiamo che i tafferugli con la polizia si potevano e dovevano essere evitati. La violenza è sempre sbagliata e ingiustificata".

Dopo una mattinata pacifica alcuni tafferugli e momenti di tensione con forze dell'ordine avvenuti a fine mattinata non aiutano la protesta legittima e i temi importanti legati alla persecuzione del popolo curdo, della mancanza di libertà, della soppressione dello stato di diritto, della repressione nei confronti della stampa libera e degli oppositori. Tutti temi fondamentali per qualsiasi democrazia e che abbiamo giustamente portato in piazza con la nostra presenza pacifica durante la visita del presidente 'dittatore' della Turchia Recep Tayyp Erdogan in Vaticano. Ancora una volta come giornalisti e cittadini italiani abbiamo voluto portare in piazza la piena solidarietà ai colleghi turchi perseguitati da un regime sanguinario", ha concluso il gruppo No Bavaglio.

Due tra i manifestanti coinvolti negli scontro con la Polizia sono stati fermati e portati in caserma dopo l'identificazione.

 

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