Roma
Esposito: "Te la rottamo io l'Atac". L'uomo che sussurrava ai trasporti
di Fabio Carosi
Avverte e minaccia chi c'era prima di lui; è "pazzo per i social" ed ha una predilezione assoluta per la concentrazione del pensiero in un tweet seguito da altri retweet. Non è un caso che prima ancora che il sindaco Marino firmasse l'ordinanza con la quale lo ha nominato assessore alla Mobilità e ai Trasporti, già twittava come un forsennato il suo nuovo incarico, seguito da un secondo annuncio con tanto di immagine della lettera di accettazione spedita al Segretario generale del Comune.
Segno zodiacale gemelli, Stefano Esposito - già commissariato straordinario del Pd di Ostia dove si è smarrito tra le strade del Lido - è ora anche plenipotenziario del trasporti e del traffico romano, con la passione insana di rimettere a posto l'Atac e cancellare dalla storia di Roma il "mondo di mezzo". Insomma, è un politico di razza piementese al quale il partito per meriti sul campo ha destinato la madre di tutti i problemi: il traffico romano e il delirio di inefficienza che da sempre accompagna il sistema dei trasporti pubblici.
Senatore della Repubblica al mattino, appena il sole si alza sulla città eterna, indossa gratis il mantello del vendicatore dei mali romani e, armato dei migliori strumenti social che la tecnologia mette a disposizione, affronta a testa alta la sua battaglia contro le inefficienze romane. Un colpo dietro l'altro, chiede la testa del giovane autista che mette in rete il web della disperazione Atac; minaccia di licenziamento un altro autista, ordina all'Atac di ridurre la retribuzione dei dirigenti di almeno il 10-15% e in cuor suo vorrebbe rivoluzionare la stessa azienda per la quale nutre un palese disprezzo. E questo è il presente, condito da una serie di gaffe che lo portano ad asfaltare i giornali, come nel caso del suo passato da ultras bianconero e gli insulti contro l'As Roma che hanno segnato le sue intonazioni vocali.
Prima di assurgere a stella del tink tank parlamentare con l'invenzione del il super-canguro che ha permesso il via libera alla legge elettorale, le cronache sono dense di anni di impegno e lavoro. Giura via sms di aver costruito la sua carriera lavorando, lavorando e poi ancora lavorando, sicuramente non nella Prefettura dove risulta dipendente per concorso, sicuramente più impegnato fisicamente in gioventù, quando ha debuttato nel meraviglioso mondo dei trasporti come casellante autostradale e prima ancora come assistente di produzione per una serie di concerti, dopo aver ottenuto la prima promozione della sua vita e aver abbandonato il trasporto dei materiali utilizzati per costruire a mani nude i palchi dei concerti
Uno uomo, insomma, che quando c'è da sporcarsi le mani non si tira indietro e che ha saputo sfruttare al meglio le grandi possibilità riservate dalla storia ai ragazzi della Federazione Giovanile del Pci, Pidiesse, Diesse, Pd, partendo anche questa volta dall'ultimo gradino per arrivare alla segreteria provinciale. Era la fine degli Anni Novanta.
Carriera, carriera e poi ancora carriera nella politica che lo elegge a segretario provinciale del Pd di Torino e che, dopo un incidente per una serie di firme sospette sulle liste elettorali, lo trasforma in un grande esperto di rifiuti, facendolo accomodare prima nel board della società Trm che gestisce l'inceneritore per poi affidargli la presidenza della Seta, il consorzio che si occupava sempre di monnezza torinese. Ma il punto più alto della sue competenze lo tocca quando edita in formato elettronico il libro profetico Tav Sì, il capolavoro con il quale sostiene l'esigenza di completare l'alta velocità transitando per la Val di Susa che gli costerà una vita blindata, una casa blindata e tre bombe molotov spedite per posta. Basta un ebook "contro mano" per trasformarlo in un esperto di trasporto. Esperienza che tornerà utile.
Ma Stefano Esposito è uno che non si arrende. Incassa la solidarietà del partito e parte con la prima crociata interna al Pd, denunciando le false tessere. Ricorda le sue parole il quotidiano La Repubblica del 30 ottobre 2013: " Mi metto in coda assieme a tanti anziani al mio circolo. Molti dovevano fare la tessera. A un certo punto, sento due signori che sbottano: ma come, devo anche pagare? Escono. Incuriosito, li seguo. Girato l’angolo un tizio, iscritto al partito, dà 15 euro a ciascuno. Loro rientrano, si rimettono in coda, si iscrivono e votano. Domenica il mio circolo ha registrato 111 nuove iscrizioni, un quarto del totale".
Dunque uno fuori controllo, fuori dalla nomenklatura e difficilmente imbavagliabile. Come hanno potuto verificare direttamente gli abitanti di Ostia, le famiglie "sospette" di Ostia, i giornalisti locali definiti "proni" poi il sindaco Marino, gli autisti dell'Atac e qualsiasi soggetto gli si pone davanti. Non è un caso che la sua prima dichiarazione non twittata sia un'elegia della sua esperienza e un avvertimento al "mondo di mezzo": "Da sempre mi occupo di Trasporti e c’era bisogno di una figura forte”. Non soddisfatto dell'annuncio litiga sempre via sociale con la gramamtica esordiendo con, "Un grande orgoglio, un'enorme impegno" con tanto di apostrofo aggiuntivo e non previsto dalle regole.
Così come è previsto dai conoscitori della storia romana che duri poco qualora dovesse perseguire la linea dura contro tutto ciò che si muove in città e che è marcato Atac. Ma se si ferma il gioiello Metro C targato Caltagirone, Esposito il vendicatore tace inspiegabilmente. E tacciono anche alcuni colleghi di Giunta che mal digeriscono il suo interventismo e l'assoluta ignoranza geopolitica della città. Un piede dopo l'altro Esposito è pronto a pestarli a tutti, convinto che Roma si cambia a colpi di tweet. Sembra spedito in Campidoglio da Renzi con l'obiettivo primario di rottamare il Comune e di lasciare dietro di sè macerie. C'è chi dice della vecchia politica, chi giura invece di quel poco di città che è sopravvissuto a Mafia Capitale. Lui intanto va avanti e incassa il secondo sciopero dei trasporti della sua brillante carriera di esperto trasportista che ignora la linea 64 e il numero dei taxi che circolano in città. Forse anche degli autobus e delle metropolitane. Lo scorso 7 agosto, la città era ferma e lui era in vacanza, così i tranvieri gli regalano una seconda possibilità: si fermeranno il giorno 15 a scuola aperte e lasciano Roma nel caos. La reazione di Esposito, il torinese esperto che vuol domare Roma è attesa su twitter. Per ora i romani hanno una sola certezza: o lui cambia Roma o Roma cambia lui. Scommesse aperte, la seconda ipotesi è data per vincente.