Roma
Estate 2020, Piano degli arenili: “Raggi, il voto spetta a Roma non a Ostia”
“Per la Raggi si tratta di un banale regolamento da decentrare. Non è così”. Il punto di Cristina Grancio
di Cristina Grancio *
L’assemblea Capitolina è in procinto di adottare la fase preliminare del Piano di Utilizzazione degli Arenili (P.U.A.), strumento questo di pianificazione e programmazione territoriale atto a far sì che l’arenile di Ostia si sviluppi per fini turistici e ricreativi in modo compatibile con gli obiettivi di salvaguardia e tutela dell’ambiente.
L’uso di un bene demaniale come le spiagge viene regolamentato da uno strumento che ha pari dignità normativa di un Piano Regolatore Generale; è sufficiente, infatti, avere la pazienza di leggere gli atti della Regione Lazio per capire che con il Piano di Utilizzazione degli Arenili (P.U.A.) non siamo, di certo, di fronte ad un mero regolamento come, invece, questa amministrazione sta tentando di far passare questo PUA.
Per l’amministrazione Raggi, più specificatamente - sventolando la delibera sul decentramento amministrativo specifica per il Municipio di Ostia - si tratterebbe di un banale regolamento che dovrebbe essere approvato dal solo Municipio X.
La realtà sembra essere ben diversa: Ostia ha sì una delega speciale sul Piano di Utilizzazione degli Arenili, ma sulla fase di “elaborazione di eventuale proposte di adeguamento e modifica, nonché sull’attuazione” non certo su tutta la fase della sua adozione e approvazione né sulle sue varianti, fasi queste rispetto alle quali il Municipio può dare un apporto più che significativo in virtù dell’art.13 del Regolamento Speciale del Decentramento amministrativo di Ostia del 2011, ma non ha mandato autorizzativo. Il suddetto Regolamento Speciale del Decentramento amministrativo di Ostia del 2011 è tutt’ora in vigore giacché per abrogarlo, recita l’articolo 1, serve una delibera di giunta capitolina e non una memoria di giunta come invece sembrerebbe essere stato fatto. Non solo, ma la regione ha delegato i comuni alla stesura del PUA senza esplicitamente dare una delega di poteri autoritativi speciali ad Ostia.
Allora perché tutta queste manfrine? Per capirlo basta seguire il Municipio di Ostia sull’argomento in queste ultime settimane: una bagarre politica che non sta permettendo il proseguimento di questo atto perché opposizioni e cittadini chiedono giustamente che su una situazione delicata, come quella delle spiagge di Ostia, si accenda la luce della partecipazione e della trasparenza che si potrebbe mettere in campo attraverso l’apertura del procedimento di partecipazione così come dettato dalla Delibera 57 del 2006.
Perché, allora, ci viene detto in Commissione Urbanistica Capitolina dalla sua Presidente, Donatella Iorio, che non può essere attivata la partecipazione popolare così come prevista dalla specifica delibera? Nell’ultima Commissione la predetta ha voluto ribadire che gli uffici hanno risposto negativamente alla sua domanda se si potesse o meno aprire il procedimento partecipativo.
Nella delibera 57 del 2006 è previsto espressamente, invece, che la partecipazione deve essere attivata “per processi decisionali strategici” e con “particolare riguardo agli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistici”. La congiunzione “ed” è chiara espressione della volontà del legislatore a non limitare la partecipazione ai soli strumenti urbanistici. Forse non si ritiene abbastanza strategico, questa amministrazione, il processo di programmazione e pianificazione delle nostre spiagge? E’ storia nota dalle cronache dei giornali degli abusi edilizi perpetrati sulle spiagge si Ostia, delle problematiche riferite ai titolari delle concessioni degli stabilimenti balneari, del fatto che Ostia è stato il primo municipio in Italia sciolto per mafia, eppure ciò nonostante la maggioranza 5 stelle capitolina rimane inerme incapace di alzare la voce e dire con forza: “sì, qui abbiamo bisogno disperato di partecipazione”.
Quando si abbassa la luce sulla partecipazione e la trasparenza si offre il fianco alla corruzione, e non sarebbe la prima volta. Sarebbe storia già vista.
* Cristina Grancio, consigliere DemA Gruppo misto