Roma

Europee: nel fortino Garbatella Marino contro Smeriglio. Meloni in finestra

In una manciata di seggi si gioca la sfida tra big di Alleanza Verdi e Sinistra. Ecco perché l'ex sindaco rischia di essere “asfaltato”

In una manciata di seggi si gioca la partita romana più appassionante: la Garbatella è un fortino sì della sinistra ma è la “radice” dell'epopea di Giorgia Meloni che rischia di essere messa all'angolo da due giganti: l'ex sindaco Ignazio Marino che sfida le preferenze “sicure” di Massimiliano Smeriglio.

Il “marziano” riapparso a Roma dopo 4 anni di assenza è l'asso nella manica di Alleanza Verdi e Sinistra ed è separato dall'europarlamentare uscente Smeriglio solo dalla candidatura di Marilena Grassadonia, un'impiegata del Comune di Roma che ha dimostrato di saperci fare in tema di diritti LGBT+ ma dietro i posti della lista si confrontano due mondi ortogonali: Smeriglio ha un bacino di voti che alle ultime Europee del 2019 lo ha premiato con 73 mila preferenze, quarto degli eletti nel Pd, davanti persino al sindaco di Roma Gualtieri ed ha dalla sua un apparato di fedelissimi che gravita sulla Garbatella e si allunga nei Municipi 7 e 8 sino al Quadraro.

La cassaforte delle preferenze

Solo a Roma il professor Smeriglio, 12 libri all'attivo e un lungo corso politico, siede su una cassaforte di almeno 15 mila voti certi a Roma e in bene informati sussurrano che anche lontano dalla Capitale sia in grado di incrementare il patrimonio con una rete consolidata e certa.

Marino sindaco ridusse gli stipendi dei Comunali

E il professor Ignazio Marino? Escluso il voto d'opinione, l'ex sindaco cacciato dal Pd con le firme dal notaio a Roma è visto come il nemico pubblico numero 1 dei dipendenti comunali che cubano circa 26 mila voti. Impossibili dimenticare che fu lui a togliere ai Comunali il “salario accessorio” riducendo gli stipendi anche a mille euro al mese per i livelli più bassi. E impossibile far finta che assunzioni e aumenti degli ultimi mesi portano la firma dell'assessore Catarci che di Smeriglio è un fedelissimo. Difficile, dunque, che all'interno di un bacino di romani così ampio possa rimediare qualche preferenze. I più attenti potrebbero osservare che alle “primarie” per il sindaco di Roma, Ignazio Marino vinse a sorpresa contro Gentiloni e Sassoli e finì per sfidare Alemanno. Sembrano passati anni luce da quando la sinistra si coalizzò per evitare un secondo mandato al sindaco di centrodestra. E poi c'è il Pd con l'ordine di scuderia già nell'aria: per punire Nicola Zingaretti si sussurra di votare Smeriglio.

La chiusura di Malagrotta la paghiamo ancora

E poi per Ignazio Marino c'è il peso della chiusura di Malagrotta. Ha scritto un pezzo di storia di Roma chiudendo la discarica più grande d'Europa ma senza impianti alternativi ha condannato Roma all'emergenza rifiuti che dura tutt'ora in attesa del termovalorizzatore promesso da Gualtieri. Insomma, il “marziano” ha lasciato sulla terra romana un'impronta tale che sarà difficile venga premiata con una croce.

Meloni, la speranza: nel collegio 4 del Senato Ester Mieli ha sconfitto la Cirinnà

E poi c'è la Garbatella di Giorgia Meloni. Dalla sua il centrodestra ha un solo precedente: le ultime politiche dove al collegio 4 del Senato EsterMieli ha mandato in pensione Monica Cirinnà nella bufera post cuccia. La speranza di replicare quel voto senza preferenze è decisamente labile.