Roma

Ex benestanti senza luce e gas. Inseguiti dalle bollette: morosi

Le bollette di luce e gas possono attendere. Prima c'è la spesa quotidiana, quella ape mangiare. E allora l'utenza diventa un debito spesso inesigibile, che si somma a quello della banca. Anche perché in tempo di crisi vale la regola: non si può togliere qualcosa a qualcuno che non ha niente.

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Debiti e ancora debiti, che vanno ben oltre il credito al consumo e che spesso rappresentano l'ultimo passo verso la povertà totale. In questa condizione, a sorpresa, dopo lo zoccolo duro dei disoccupati che rappresentano il 38 per cento del totale dei "rovinati dalla crisi", ci sono imprenditori e liberi professionisti. Ex ricchi, meglio benestanti, rappresentano il 25 per cento di tutta la popolazione indebitata, seguiti da dipendenti delle società private, pensionati che hanno sempre lavorato nel privato (12%) e, infine i pensionati pubblici.
Attenzione, però: il rapporto sui debiti degli italiani verso le multiutility redatto dal Gruppo AZ Holding, e cioè il focus su coloro che le bollette le pagano quando ci riescono, dice che Roma è la seconda città d'Italia dopo Napoli e che ben il 13,4 per cento della popolazione residente pone il pagamento dei servizi all'ultimo posto nella scala delle spese da coprire. Insomma, prima si mangia, poi ci si veste per quel che si può, pensa ai bambini chi ce l'ha e poi si pagano luce e gas. Ammesso che nel salvadanaio familiare resti qualcosa. E così di rinvio in rinvio, accade che si entri nella spirale del debito sino al punto da dover ricorrere all'espediente di una voltura ad altro soggetto per mantenere le utenze attive. Chi esce dai tabulati delle multiutility non ha nulla da dare e chi entra guadagna un po' di tempo e sopravvive.

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Scorrendo i darti dell'Osservatorio statistico, si scopre che il 58 per cento di chi vive difficoltà spesso insormontabili è rappresentato da uomini e il 42% da donne. Considerando che a Roma c'è una popolazione prevalente di donne, i numeri assoluti sono da brividi. Insieme ai disoccupati le donne sono la categoria più martoriata dall'impossibilità di far fronte alle spese familiari, tant'è che il dato del primo semestre 2015 rispetto al 2014, vede una crescita drammatica che arriva al 50 per cento.
Sul fronte dell'analisi anagrafica, la conferma di ciò che emerge dall'analisi delle categorie professionali: il 79 per cento di chi non ce la fa ha più di 40 anni mentre il 21 % per cento è al di sotto della soglia di mezza vita. Solita musica: chi può resta a casa dai genitori.
Spiega Carmine Evangelista, Ceo di Az Holding: "Nell'analisi del primo semestre e rispetto ai dati nazionali, siamo colpiti da una peculiarità del territorio relativa allo status del lavoratori morosi. E' infatti elevata la percentuale di persone morose con un posto di lavoro da dipendente o titolare di attività. Se da un lato questo pone in luce una particolare disattenzione verso la puntualità del pagamento, essendo soggetti che percepiscono reddito, allo stesso tempo evidenzia la possibilità di recupero delle somme a fronte di un'azione di sollecito al pagamento. I dati della città di Roma vede una diminuzione del campione di non occupati, imputabile probabilmente ad una lieve diminuzione  del campione di non occupati, ci fa ben sperare per la difesa".

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