Roma

Ex Fiera di Roma: il pasticcio nasconde il "tradimento urbanistico M5S"

Il coordinatore del tavolo urbanistico del Movimento, Francesco Sanvitto: “E' una variante da furbi”

di Fabio Carosi

Ex Fiera di Roma, la delibera taglia cubature della Giunta Raggi, fa esplodere la prima polemica tra Regione e Comune con l'assist della Camera di Commercio, dove il Pd Tagliavanti non esita a schierarsi al fianco di Zingaretti. Ma è anche il primo serio scricchiolio all'interno dell'M5S. Parola di Francesco Sanvitto, architetto e coordinatore del tavolo urbanistica del Movimento Cinque Stelle.

Architetto Sanvitto, cerchiamo di mettere ordine in una vicenda complessa dove la comunicazione ha “nascosto” diverse verità. Perché l'approvazione della delibera che rimodula le cubature dell'ex Fiera di Roma ha sollevato le ire della Camera di Commercio e di Confcommercio? Cosa è successo?
“Secondo le informazioni che girano – e non c'è un pezzo di carta ufficiale – la Camera di Commercio, che ha il 60 per cento delle quote di una società dove il Comune ha il 20%, ha immaginato che il Comune, con la possibilità di fare varianti urbanistiche e aumenti di cubatura, potesse trasformare il valore dell'area aumentandolo di 3,4,5 volte”.

Quindi in questa società chi ha messo i soldi è il Comune, cioè i romani?
“I romani non hanno messo soldi ma hanno conferito un'area che è stata valutata il 20 per cento dei 300 milioni, cioè 60 milioni. Sia la Regione che la Cdc hanno messo 4 spicci ma poi facendo vedere che l'area valeva di più, si sono fatti fare un prestito dalle banche per le opere. Per pagarlo c'erano due soluzioni: o che gli altri soci mettessero cash il loro 60 per cento e bisognerebbe sapere se la CdC ha messo 180 milioni e la Regione gli altri; oppure utilizzare il bene acquisito, facendone lievitare il prezzo. Motivo per cui viene proposta una variante urbanistica di cambio di destinazione d'uso e di aumento delle superfici in maniera che il bene acquisito dal Comune con il voto dei cittadini, invece che valere 60 milioni arrivasse a coprire tutto il debito fatto con la banca”.

Quindi è un trucco finanziario?
“Hanno attuato la Fiera della Furbanistica, cioè dell'urbanistica dei furbi, dove chi paga è la città e i suoi cittadini, vendendo possibilità urbanistiche che sono solo del Consiglio Comunale”.

E il danno erariale evocato?
“E' una minaccia assurda. E' folle che se il Consiglio comunale non vota il cambio urbanistico, sia destinato a soccombere”.

La decisione di Berdini di ridurre le cubature è in linea con il programma del Movimento Cinque Stelle?
“La riduzione delle cubature è un minimo indispensabile. La vera realtà è che, con le cubature ridotte, noi oggi stiamo insediando 1500 abitanti coi problemi legati alla residenza in mini appartamenti di pregio al posto di servizi pubblici legati alla cultura, al tempo libero e allo sport. Il Movimento voleva che venisse mantenuto l'asse di collegamento con l'Eur con lo spirito con il quale era stato progettato da Piacentini e Piccinato”.

Perché non l'hanno bloccata questa benedetta variante?
“La delibera che è stata approvata è l'ultimo passo di una variante urbanistica che è quello dell'approvazione delle controdeduzioni alle osservazioni presentate. Oggi che in Comune la maggioranza è diversa, così come si sono riviste le controdeduzioni solo rispetto alla cubatura, sicuramente tra le centinaia di osservazioni ce n'era una che chiedeva il mantenimento delle originali destinazioni d'uso, una l'avrà fatta il Municipio. Poteva con le controdeduzioni essere recepita la non varianza di destinazione e questo avrebbe mantenuto sia la correttezza urbanistica, che è quella che Paolo Berdini ha raccontato, ma soprattutto avrebbe mantenuto il valore iniziale del bene conferito nella società”.

Dica la verità: hanno tradito lo spirito del Movimento?
“Secondo me Paolo Berdini non fa parte del Movimento. Se nella Commissione urbanistica i componenti della commissione hanno votato a favore, hanno tradito le linee guida date dal tavolo di lavoro dell'Urbanistica”.

Dove c'era l'ex Fiera di Roma cosa nascerà?
“In questi 44 mila metri quadrati l'80 per cento saranno residenze e l'altro 20 per cento, circa 8000 mila metri quadri, si potranno fare un centro commerciale o negozi. Insomma qualunque tipo di cose”.

Domanda terrificante: chi ci guadagna da questa operazione?
“Solo quelli che acquisteranno l'area. La Società della Fiera fallirà comunque, la banca recupera i suoi soldi e con la vendita del terreno valorizzato e perdono i cittadini”.

Perché?
“Perché si troveranno ad avere un'altra parte della città che è diventata confusa rispetto alle linee originarie del piano e si troveranno lungo l'autostrada che va a Fiumicino cadaveri di capannoni industriali e ettari di parcheggio vuoti e abbandonati”.

Qualcuno li recupererà...?
“Poca roba a 4 lire. Non è appetibile”.

Ci sono altre criticità urbanistiche che verranno al pettine?
“Ne è piena la città. Tutti i progetti urbani sono tutte criticità. Come San Lorenzo, Ostiense-Marconi e questo perché non c'è una volontà di progettare la città. Basta fare i conti col dimensionamento della città, con 1500 abitanti in più di residenza di prestigio Roma non va da nessun parte. Anzi, metti in crisi i costruttori che hanno l'invenduto. Questo perché c'è bisogno di edilizia popolare, non di lusso”.

Che si aspetta dal suo amico Paolo Berdini?
“Berdini ha detto che lui ha una sua idea di città ma attua quella del Movimento 5 Stelle. La sua posizione è corretta. Mi aspetto che il Movimento esprima la sua idea di città”.

E' ora di ripensare Roma?
“Roma va aggiustata, va ricucita. E' piena di lacerazioni, non ha un disegno si è espansa in modo confuso”.

E la colpa è dei costruttori?
“La colpa è della politica che ha seguito le indicazioni dei costruttori che sono degli ignoranti e la politica è ancora più ignorante di loro. Speriamo che utilizzino delle competenze”.