Roma
Expo Roma 2030, l'impegno di Gualtieri: “Nuova vita alle Vele di Calatrava"
Il presidente della Commissione Giampiero Massolo: “E' iniziato il viaggio”. L'ispezione della Bie a Roma tra febbraio e marzo
Expo Roma 2030: parola di Roberto Gualtieri, “Ci sarà il completamento e la rigenerazione del sito delle Vele di Calatrava, un percorso che abbiamo già intrapreso e che già nel Giubileo avrà una tappa importante intermedia”.
Nel giorno in cui Roma consegna il dossier Expo 2030 nella sede Bie di Parigi, dal Comitato si trattiene a malapena l'entusiasmo. No solo il dossier Roma, “Non ha rivali per la sua qualità” come ha commentato il sindaco Gualtieri, ma è destinato a passare alla storia per aver cancellato una delle più evidenti vergogne di Roma: le Vele di Calatrava.
Vele Calatrava: "Un'opera incompiuta trasformata in un rudere"
Ancora Gualtieri: “Si tratta di mettere mano a una incredibile incompiuta di questa città, un grande capolavoro di architettura mai completato e trasformato in un rudere. Poche cose più di questa danno il senso di cosa significa rigenerare''.
Da un punto di vista formale, il Comitato promotore Expo Roma 2030 ha consegnato a Parigi al Segretario Generale del Bureau International des Expositions, Dimitri Kerkentzes, il dossier di candidatura di Roma per l’Expo del 2030. A presentare il documento, il presidente del Comitato, Giampiero Massolo, in rappresentanza del Governo, il sottosegretario del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Manlio Di Stefano e il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.
Ecco cosa c'è nel dossier Expo 2030
Il volume della candidatura di Roma ad Expo 2030, strutturato in 618 pagine, contiene il progetto dettagliato per concorrere assieme ad altre 3 città (Busan, Odessa e Riyadh) ed è stato redatto da un team di professori e professionisti internazionali. Tra lòro: Ian Philion, Richard Burdett, Carlo Ratti, Italo Rota, Michele Costabile, Christian Iaione e Alessandro Mancini. Questo gruppo di professionisti ha collaborato con le Università romane e le istituzioni locali e nazionali, sotto la guida dell’architetto Matteo Gatto, già chief architect e direttore della visitor experience di Expo Milano 2015.
Il volume è diviso in 21 capitoli, 14 obbligatori e 7 aggiuntivi, e si può riassumere in cinque parti fondamentali. Le regole del Bie non permettono che il dossier venga ancora reso noto nella sua interezza.
Massolo: "Un esercizio collettivo di tutto il Paese, ora gli esami"
“L’elaborazione del dossier di candidatura è la prima grande legacy che Expo lascia a Roma nel viaggio verso il 2030. È stato un esercizio collettivo di tutto il sistema paese che ha contribuito a scrivere un progetto unico, per realizzare una rigenerazione inclusiva che abbia un impatto immediato e che duri nel tempo – ha spiegato il presidente del Comitato Giampiero Massolo -voglio ringraziare pubblicamente tutte le istituzioni, le associazioni di categoria, gli attori della società civile che hanno collaborato con noi alla sua stesura. I numeri ci dicono che sette italiani su dieci vogliono l’Expo a Roma, ma ora il nostro obiettivo, è quello di guadagnare il consenso della comunità internazionale. I prossimi step che ci attendono sono a novembre, dove l’Assemblea Generale entrerà maggiormente nel vivo dei progetti illustrati nel dossier, a cui farà seguito la visita ispettiva del Bie a Roma tra febbraio e marzo”.