Facebook slitta sulla pubblicità border. Pecunia non olet come la fontana - Affaritaliani.it

Roma

Facebook slitta sulla pubblicità border. Pecunia non olet come la fontana

Il social di Mark Zuckerberg diffonde una serie di post che insegnano alle donne la tecnica per il “getto”

Pecunia non olet e persino i censori di Facebook, il social che ha deciso di mettere i braghettoni o la foglia di fico persino alle statue, cede alla tentazione del business e promuove pubblicità a pagamento su temi erotici piuttosto scottanti.

Così da due settimane sulle bacheche di una serie di utenti, compare la singolare pubblicità di un libro che insegna agli uomini come trasformare le proprie donne in “una fontana”. “Non riesci a provocarle il getto in quei momenti? Lei ti guarda con aria delusa?”. E via con i consigli per lo squirting, dal “perché puoi farlo anche tu”, sino alle “tecniche per imparare il getto”.

In stile “La Zanzara” il format radio cult in onda ogni giorno su Radio 24 a cura dei due campioni di ascolti, Cruciani&Parenzo, il social bacchettone, di fronte al business si scorda ogni regola del gioco. Cambia le parole, evita accuratamente il tag “squirt” e le sue declinazioni e infila la pubblicità del libro “guida per momenti indimenticabili” sulla bacheche.

Si dirà che il potentissimo algoritmo di facebook, seleziona accuratamente gli utenti maggiorenni a cui inviare il messaggio per passare ad una vita migliore, i soliti “maggiorenni, che hanno dato il loro consenso e che magari durante una navigazione, hanno digitato “vita morte e miracoli della pratica che tradotta in italiano si legge “fontana” e che non è altro che una “secrezione indolore e incolore”, legata al piacere dell'orgasmo. Nulla di più naturale, soprattutto se a consigliare di imparare sono spesso i sessuologi che aiutano le coppie a non scoppiare di fronte all'ondata di offerta sessuale che arriva dalla rete.

Il nodo vero però è un altro: se un utente comune pubblica sulla propria bacheca social l'ombra di un seno scoperto, rischia di essere messo all'indice e bannato. Se invece è Facebook a intascare soldi dalla “fontana”, allora basta usare le parole giuste per evocare che di fronte al denaro non c'è censura che tenga. Lo aveva capito Vespasiano quando i social non c'erano.