Fallimenti pilotati, sequestrati beni per un valore di oltre 160 milioni
Coinvolti anche l'ex presidente Confcommercio Pambianchi e il socio Mazzieri
I finanzieri del nucleo di Polizia Valutaria hanno sequestrato beni per un valore complessivo di oltre 160 milioni di euro a 22 indagati per reati fiscali e di bancarotta fraudolenta, con l'aggravante della transnazionalità, commessi tra il 2010 ed il 2015.
Al centro dell’inchiesta, il fallimento di 15 società che avevano debiti di centinaia di milioni con l’Erario. Coinvolti nella vicenda l'ex presidente della Confcommercio Cesare Pambianchi e il suo socio Carlo Mazzieri, arrestati nel 2011 e condannati a tre anni per evasione fiscale. Questa volta i due commercialisti avevano formalmente separato la propria attività professionale continuando, però, a collaborare per agevolare gli imprenditori che si erano loro rivolti per evadere le tasse. L’obiettivo di non versare le imposte all'erario veniva perseguito sia con il trasferimento all’estero della società, sia con la sua messa in liquidazione. In alcuni casi, a fronte degli ingenti debiti tributari accumulati, le società venivano scisse in due: una parte conteneva le attività in bonis, l'altra, gravata di debiti e prossima al fallimento, veniva attribuita a prestanome insolvibili.
Emblematico il caso di un gruppo imprenditoriale che da anni annunciava mediaticamente la chiusura definitiva di un noto magazzino di abbigliamento di cui era titolare e che poi, invece, continuava la propria attività trasferendo il marchio a una nuova azienda, per non pagare i debiti.