Roma
Fallimento Atac, la confessione di Raggi: “Ci stavamo lavorando da un anno”

Il mistero dell'advisor per il concordato: in arrivo parcella milionaria ma senza gara
Non sappiamo se esprimere preoccupazione o ilarità di fronte alle ultime dichiarazioni del sindaco Virginia Raggi sul disastro dell'ATAC: "Ci stavamo lavorando da un anno".
La domanda sorge spontanea: se ci stavano lavorando da 12 mesi che bisogno c'è di presentare una domanda di concordato in bianco, che si chiama così proprio perché è l'ultima spiaggia per una azienda e dunque presenta una domanda senza presentare alcun piano né previsione di risoluzione della crisi, impegnandosi a farlo nei successivi 4 mesi?
Di fronte a tale allarmante dichiarazione, da parte – è bene ricordarlo dell'azionista unico della azienda Atac - c'è il silenzio di tutte quelle parti che in tanti altri casi hanno preso la palla al balzo per ricordare che ci sono. Tacciono i magistrati del Tribunale di Roma, che nonostante un evidente stato di decozione dell'azienda e un danno erariale per milioni di imposte non pagate non avvertono le necessità di attivarsi per un fallimento di ufficio; tace l'Agenzie delle entrate, che in tutta Italia presenta Istanze di fallimento a raffica a piccoli imprenditori, ma ti pare che si mettono a chiedere i soldi all'Atac?
Lì non si impicca nessuno e non fa notizia; parlano solo i sindacati, preoccupati perlopiù di dover perdere i benefici conquistati in 30 anni di cogestione della azienda di trasporti capitolina.
Scopriamo inoltre dalle dichiarazioni della sindaca che esiste un advisor, che in teoria essendo una azienda pubblica si sarebbe dovuto scegliere attraverso una gara ad evidenza pubblica, anche qui Cantone non ha nulla da dire? E chi ha scelto gli avvocati e gli attestatori di questo concordato che frutterà una parcella milionaria?
L'Atac resterà pubblica, dice con orgoglio la Raggi, che in termini prettamente aziendali significa: cari cittadini i debiti li pagheremo noi.