Roma

Famiglie, 3 su 10 sono "alla fame".Le Acli: "Urge il reddito di inclusione"

"Secondo i dati Acli nel Lazio - si legge in una nota dell'associzione - le famiglie in condizioni di povertà assoluta sono il 6,3%, una situazione preoccupante associata al dato della povertà relativa, secondo il quale il 29,2% dei nuclei famigliari del Lazio è da considerarsi a rischio. Si tratta di quelle famiglie costrette a ridurre drasticamente i consumi risparmiando su voci primarie come gli acquisti alimentari e beni di prima necessità. A rischio povertà inoltre il 42,8% delle famiglie straniere (europee ed extra comunitarie) e le famiglie mono-genitoriali (10,4%), che faticano a sbancare il lunario potendo contare su un solo reddito.
Per contrastare il dilagarsi dell’ indigenza, le Acli del Lazio, insieme a Caritas Lazio, hanno promosso il tavolo regionale dell’Alleanza contro la Povertà con l’obiettivo di creare una rete e avviare un percorso condiviso in risposta alle istanze e ai bisogni sociali del territorio. Al tavolo hanno aderito: Cgil, Cisl, Uil, Azione Cattolica Italiana, Anci Lazio, Forum del Terzo Settore del Lazio, Jesuit Social Network, Comunità di Sant’Egidio, Action Aid, Federazione nazionale Società di San Vincenzo De Paoli, Movimento dei Focolari, Fondazione Ebbene, Fio. Psd. Il primo intervento sarà quello di promuovere sul territorio il Reis (Reddito di Inclusione Sociale), proposta organica di un Piano nazionale contro la Povertà lanciata a livello nazionale dall’Alleanza contro la Povertà, con l’obiettivo di contrastare la povertà assoluta, integrando un intervento di sostegno al reddito con un’adeguata politica dei servizi (lavoro, istruzione, salute, integrazione e altro). Inoltre - conclude la nota - importante sarà avviare un interlocuzione con la Regione Lazio e gli Enti Locali a cui sarà presentato un documento programmatico sottoscritto da tutti gli aderenti al tavolo regionale".
"La situazione in cui vivono le famiglie del Lazio – dichiara la Presidente della Acli del Lazio, Alessandra Bonifazi - sta peggiorando di anno in anno. Non potevamo restare inermi di fronte a chi non riesce ad arrivare a fine mese e stenta a trovare un’occupazione. Per questo ci siamo sentiti in dovere di provare a riunire intorno a un tavolo tutte le realtà territoriali della Regione per intervenire concretamente. Crediamo che unendo le rispettive competenze e risorse sarà possibile in un’ottica sinergica trovare le aree d’intervento su cui lavorare per dare sostegno e dignità ai più deboli della nostra società".