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Roma

Il Nucleo Operativo Ecologico Carabinieri di Roma sta eseguendo - coadiuvato dalle articolazioni di Ancona, Campobasso, Firenze, Grosseto, Perugia e Pescara, nonché dal Comando Provinciale Carabinieri capitolino - cinque ordinanze di applicazione delle misure sia cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, sia interdittiva del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriali o professionali, oltre al sequestro preventivo dell’impianto industriale di trattamento dei rifiuti gestito da una società di Guidonia Montecelio ovvero della somma ritenuta profitto dei reati contestati pari ad euro 1.200.000, emesse dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale romano, che ha accolto - tenendo conto delle modifiche introdotte dalla legge n. 47/2015 in materia cautelare - le richieste della competente Direzione Distrettuale Antimafia in relazione ai reati di attività organizzate per il traffico illecito dei rifiuti ed alla truffa.
L’indagine - avviata nel 2009 dal citato Nucleo Operativo Ecologico e coordinata dalla Procura Distrettuale romana - ha permesso di accertare come gli indagati, a vario titolo, dal 2008 al 2014, avessero gestito illegalmente ingenti quantitativi di rifiuti speciali. In particolare, l’attività investigativa ha consentito di documentare come 7.500 Tonnellate - costituiti da fanghi da depurazione prodotti dall’impianto in parola - fossero stati declassati da pericolosi a non pericolosi mediante falsi certificati di analisi, così da assicurarsi ingenti profitti illeciti derivanti dal minor costo di smaltimento degli stessi. Nel medesimo ambito, inoltre, è stato acclarato come ad ulteriori 9.600 tonnellate di scarti derivanti da grassi prodotti da mense industriali e trattati dalla Società in argomento fosse stato attribuito un diverso codice Cer (Catalogo Europeo dei Rifiuti) tale da figurare tra quelli elencati nell’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata alla medesima azienda.
L’inchiesta ha altresì accertato come gli indagati, in concorso tra loro, si fossero aggiudicati una gara a procedura negoziata bandita nel 2009 da Acea Ato 2 S.p.a. per il “servizio di noleggio mezzi d’opera specializzati da adibire all’esercizio degli impianti di depurazione, adduttrici e sollevamenti fognari nonché alla disostruzione dei fognoli delle fontanelle pubbliche - lotto 1, 2 e 3”, dell’importo di circa tre milioni di euro annui per il periodo 2010/2013, concordando preventivamente le offerte da presentare - così da costituire un "cartello” - peraltro aggiudicandosi due dei tre lotti previsti dal bando, del valore rispettivamente di euro 1.287.000 e 819.000. La turbativa d’asta - assorbita per prescrizione - ha concretizzato una truffa contrattuale in ragione dei minori ribassi presentati per l’aggiudicazione della predetta gara.
Nel medesimo contesto verranno eseguite 15 perquisizioni presso i domicili degli indagati e le sedi operative delle aziende coinvolte, una delle quali sarà affidata a due amministratori giudiziari nominati dal Tribunale di Roma al fine di mantenerne la produzione, nel rispetto della normativa ambientale.

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