Roma
Fase 2 a ostriche e tonno crudo. Torna Augello e massacra i Zingaretti boys
Come i “gerarcotti della Regione Lazio si spazzolino ostriche e pesce fresco per festeggiare il primo maggio”. Il racconto di Andrea Augello
Fase 2: ostriche e bollicine con tartare di tonno. Altro che salsicce grigliate. La festa dell'Unità 4.' del capo di gabinetto di Nicola Zingaretti, Albino Ruberti, non scalfisce il Governatore Assoluto del Lazio che, anche questa volta si scansa e fa finta di niente.
Chi invece approfitta dell'ennesimo passo falso dei Zingaretti Boys è una vecchia colpe della politica del centrodestra romano, l'ex senatore Andrea Augello, che con un solo post su Fb, affonda Zingaretti e l'arroganza di Ruberti e il portavoce del presidente. Con poche parole è riuscito mettere il coltello nella piaga molto più del triste teatro dei consiglieri che lunedì hanno consegnato consegnato un surreale avviso di sfratto al Presidente del Lazio.
Ecco cosa scrive Augello a proposito della grigliata, del “lei non sa chi sono io” e dei criteri di selezione degli esperti della Regione Lazio.
“IL PRANZO DI LAVORO CON OSTRICHE E TARTARE DI TONNO. BREVE STORIA DI UN DISASTRO COMUNICATIVO DEL PRESIDENTE ZINGARETTI.
Zingaretti ha un capo ufficio stampa che conosco da quando era un ragazzino un po’ pigro e svogliato dell’agenzia Omni Roma e veniva in Consiglio regionale per seguire i lavori dell’aula. Si chiama Emanuele Lanfranchi e francamente non è mai parso a nessuno un prodigio della comunicazione. All’ombra dell’ascesa di Zingaretti mi dicono - ma magari sono solo maldicenze - che sia diventato un tantino arrogante e prepotente. Stento a crederlo: nei miei ricordi è un ragazzo perennemente assonnato, con camicie e jeans che sembrano usciti dalla bocca di un cane, tendenzialmente fancazzista e di sinistra ma del tutto innocuo, erbivoro, inabile a qualsiasi conflitto. L’altro ieri, tuttavia, mi ha stupito combinando un pasticcio clamoroso per il quale meriterebbe un processo sommario per alto tradimento del Presidente e la fucilazione nel cortile di Via Rosa Raimondi Garibaldi. Insomma, viene, come è ormai noto, beccato quell’altro perdigiorno di Ruberti, Capo di Gabinetto di Zingaretti, mentre sente musica, canta e mangia in una veranda del Pigneto, insieme a una consigliera del Pd e a due tipi appartenenti a vari staff del partito democratico. I primi titoli in line, dopo una baruffa verbale con la Polizia e una multa di 400 euro rifilata a Ruberti e alla consigliera, parlano di una “Grigliata del primo maggio” o di “Grigliata abusiva”. A questo punto entra in azione il geniale Lanfranchi, al quale quel termine, “grigliata”, non piace affatto. Nel suo cervelletto appare inconciliabile con la giustificazione ufficiale del baccanale del Pigneto e cioè una “colazione di lavoro”, addirittura una riunione sui trasporti, con quattro - o 5?- partecipanti cha a onor del vero di trasporti non ci capiscono assolutamente nulla.
E subito prepara la geniale smentita. Macchè grigliata, tuona al telefono con i giornalisti, si è trattato di un pranzo di lavoro consegnato da un catering, vi mando io la fattura così vedrete che non è stata affatto una grigliata. Davvero un’ideona: il menù lo trovate in questo articolo: ostriche, tartare di tonno, frittura di pesce crudité... Probabilmente lo champagne lo avevano già al fresco in casa. Il tutto per 5 persone (ma non avevano detto che erano 4?). Ma non era meglio lasciar credere che fossero solo salsicce al barbecue? Ma possibile che uno che si occupa di comunicazione non capisca quanto si può incazzare gente chiusa in casa da settimane nel pensare che i gerarcotti della Regione si spazzolino ostriche e pesce fresco per festeggiare il primo maggio, arrabbiandosi pure se la polizia osa disturbarli ? E poi, benedetto Iddio, se questa gente considera un menù di questo genere una frugale colazione di lavoro, cosa accidenti si mangia nei pranzi ufficiali? Sulla rete Lanfranchi ha così scatenato l’inevitabile linciaggio mediatico di Zingaretti, nel maldestro tentativo di evitare una ben più meritata lapidazione digitale di Ruberti. Dio scampi e liberi questo Paese dalla gente che non sa fare il suo mestiere...