Roma

Fase 2 da diventare matti, gli psicologi: “Dl Rilancio ignora salute mentale”

Nel nuovo decreto del Governo Conte mancano misure concrete a protezione della salute psicologica: le richieste del Consiglio Nazionale dell’Ordine Psicologi

Fase 2 dell'emergenza Coronavirus da “diventare matti”: il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi ha rilevato che l’ultimo decreto del Governo Conte interviene sugli aspetti economici della crisi, ma ignora completamente l’allarme sulle conseguenze della pandemia per la salute psicologica delle cittadine e dei cittadini.

 

L’OMS ha infatti riconosciuto l’importanza fondamentale del ruolo della psicologia e dello psicologo nella tutela della salute, come “stato di benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia”, stessa cosa fatta dal recentissimo documento della Nazioni Unite, ma per il Governo Conte il problema è passato in secondo piano.

L’emergenza sanitaria e l’evidente bisogno psicologico della popolazione hanno poi costretto a una attivazione di solidarietà della professione: migliaia di professionisti hanno prestato la loro opera gratuitamente in centinaia di iniziative locali e nazionali. Lo stesso Ministero della Salute ha attivato un numero verde di sostegno psicologico grazie al lavoro solidale di 2mila psicologi. Su 10 psicologi mobilitati per la pandemia, 7 lo hanno fatto in modo del tutto solidale (sondaggio CNOP sugli Iscritti). Ma la solidarietà non basta e, per il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, non si può chiedere a dei professionisti di lavorare gratuitamente per mesi poiché “i bisogni psicologici dei cittadini necessitano di considerazione e rispetto; i professionisti devono essere sostenuti e riconosciuti”.

La comunità professionale e scientifica della Psicologia italiana chiede quindi al Governo e al Parlamento l’inserimento di misure concrete a protezione della Salute Psicologica. In questa direzione, è fondamentale l’assunzione di psicologi e la previsione di investimenti specifici. Negli ultimi tre anni infatti sono andati in pensione il 25% degli psicologi del SSN senza che siano stati sostituiti, la psicoterapia è quasi scomparsa dal servizio pubblico e il disagio ottiene solo psicofarmaci come risposta.

In questa fase storica senza precedenti si è mostrata l’esigenza di un coordinamento più efficace tra Ospedali e Territorio: per il Consiglio Nazionale Psicologi è necessario recuperarlo “attraverso la previsione, il potenziamento e la valorizzazione delle Unità di Psicologia che si interfacciano con i bisogni assistenziali e il territorio attraverso le varie figure come lo psicologo di cure primarie, di continuità assistenziale, per assicurare interventi di prossimità e di comunità”.

L'ultima richiesta delle Consiglio è quello di un "bonus" per le fasce più a rischio ed a basso reddito per l'accesso rapido ad interventi nel privato: “Senza questi provvedimenti urgenti non ci sarà risposta neanche per le necessità più urgenti e le situazioni più vulnerabili, come i sopravvissuti al Covid, i parenti dei deceduti, gli operatori sanitari, ma anche i minori in situazioni di disagio, le donne vittime di violenza, le persone con disabilità, a rischio di per disturbi psichici e suicidio. Non c'è salute senza salute psicologica, si curano persone oltre che corpi”.