Roma

Fase 2 Roma, dramma contagi sul lavoro. Allarme Inail: 16 casi al giorno

Dal 4 al 15 maggio, secondo i dati raccolti dall'Inail, a Roma e nel Lazio 175 nuovi contagi sul lavoro. Da inizio emergenza sono 1258, il 17% dei totali

Fase 2 della pandemia Coronavirus, a Roma e nel Lazio è dramma contagi sul lavoro: secondo i dati raccolti dall'Inail, dal 4 al 15 maggio sono stati denunciati circa 175 nuovi contagi di origine professionale, ovvero 16 casi al giorno.

 

Esaminando invece il dato generale dei contagi sul lavoro, anche questo ha ricevuto un consistente balzo in avanti. Dal 28 febbraio, giorno in cui fu trovato il primo caso positivo di Covid-19 nel Lazio, la donna di Fiumicino che infettò poi marito e figli, ad oggi i contagi sul lavoro sono arrivati 1258.

Un altro dato preoccupante è quello del costante aumento dei contagi. Secondo i tre report fino ad oggi elaborati dalla Consulenza statistico attuariale dell’Inail, al 21 aprile i contagiati sul lavoro nel Lazio erano 823; al 4 maggio 1083; e appunto 1258 al 15 maggio. Confrontando il dato con i positivi totali a quella data, ecco che è possibile constatare che la diffusione del virus sui luoghi di lavoro non ha mai smesso di correre: al 21 aprile erano il 12% del totale, al 4 maggio il 16% ed al 15 maggio il 17%.

Le morti sul lavoro causa Coronavirus nel Lazio

Se il dato sui contagi sul lavoro nella Regione Lazio preoccupa, quello delle morti è rassicurante. Sempre al 15 maggio, le morti da Coronavirus con origini professionali sono solo 6, il 3,5% rispetto al dato nazionale. Nella Fase 2 dell'epidemia, di denuncia di infortunio con esito mortale da Covid-19 all’Inail ne è arrivata solo una.

I dati nazionali sui contagi da Covid-19 sul lavoro

Sono 43.399 i contagi da nuovo Coronavirus di origine professionale denunciati all’Inail tra la fine di febbraio e il 15 maggio, di cui circa 6mila dall'inizio della Fase 2. I casi di infezione con esito mortale registrati nello stesso periodo sono 171 e circa la metà riguardano il personale sanitario e socio-assistenziale, con i tecnici della salute e i medici al primo posto tra le categorie più colpite.

L’età media dei lavoratori che hanno contratto il virus è di 47 anni per entrambi i sessi, ma sale a 59 anni (58 per le donne e 59 per gli uomini) per i casi mortali. Nove decessi su 10, in particolare, sono concentrati nelle fasce di età 50-64 anni (70,8%) e over 64 anni (19,3%). Il 71,7% dei lavoratori contagiati sono donne e il 28,3% uomini, ma il rapporto tra i generi si inverte nei casi mortali. I decessi degli uomini, infatti, sono pari all’82,5% del totale.

L’analisi territoriale conferma il primato negativo del Nord-Ovest, con oltre la metà delle denunce complessive (55,2%) e il 57,9% dei casi mortali. Tra le regioni, invece, più di un’infezione di origine professionale su tre (34,9%) e il 43,9% dei decessi sono avvenuti in Lombardia. Rispetto alle attività produttive, il settore della Sanità e assistenza sociale, che comprende ospedali, case di cura e case di riposo, registra il 72,8% delle denunce (e il 32,3% dei casi mortali), seguito con il 9,2% dall’amministrazione pubblica, con le attività degli organi legislativi ed esecutivi centrali e locali.