Roma
Fase 3 e Dl semplificazione: gare con tetto a 5 mln, salta il banco delle Pmi
Aniem Lazio e Confapi Lazio: “Gli affidamenti con procedure a invito sino a 5 mln, son la morte della concorrenza. La Semplificazione è un bluff”
Il Decreto Semplificazione rischia di estromettere dal mercato le piccole e medie imprese attraverso il meccanismo delle gare affidate esclusivamente con procedura ad inviti. Alcune anticipazioni che riguardano, in particolare, la gestione degli affidamenti fino a 5 milioni, preoccupano Aniem Lazio e Confapi Lazio.
Dopo aver scritto al Ministro De Micheli chiedendo il rispetto dell’effettiva concorrenza nelle gare sotto soglia, tornano a lanciare l’allarme. Il Presidente di Aniem Lazio, Riccardo Drisaldi dichiara: “Avevamo già segnalato il rischio che questo nuovo Decreto potesse rappresentare per il nostro territorio un ulteriore grave lesione della trasparenza e della concorrenza; ora siamo ancor più sconcertati dalle ultime anticipazioni che vorrebbero eliminare le gare per gli appalti sotto la soglia europea, addirittura estendendo l’applicabilità dell’art. 63 del Codice Appalti (procedura negoziata senza pubblicazione di un bando di gara)”.
“A parte le considerazioni sulla conformità di tale scelta rispetto ai principi di diritto, non comprendiamo come si possa mistificare in questo modo il concetto di semplificazione – continua il Presidente di Aniem Lazio – perseguendo il solo obiettivo di distruggere la concorrenza da un settore economico fondamentale come quello degli appalti pubblici. Non possiamo che essere fortemente preoccupati per l’impatto che avrebbe nel Lazio una misura incomprensibile per quello che è il tessuto imprenditoriale della Regione”.
Anche il Presidente di Confapi Lazio, Massimo Tabacchiera ritiene che “il Governo non stia comprendendo le conseguenze di una scelta che non tiene minimamente conto di un tessuto produttivo territoriale caratterizzato da una presenza dominante e diffusa di micro, piccole e medie imprese. Come si fa a distruggere questo mercato? Eliminare le gare significa eliminare la meritocrazia, la sana competitività, l’ambizione ad investire ed a crescere, oltre ad aprire spazi inquietanti per la criminalità organizzata nell’ambito business degli appalti, tema che, purtroppo, è certamente da tenere presente e da contrastare nella nostra Regione, anche adottando misure preventive in grado di neutralizzarne la diffusione ”.
Uno scenario che avrebbe effetti devastanti a livello nazionale e nel Lazio, in particolare, tenuto conto della già crescente tendenza a limitare le procedure ordinarie ed a privilegiare le procedure negoziate.
Le due Associazioni sollecitano, quindi, un urgente ripensamento del Governo su una scelta che non potrebbe essere compresa e condivisa dal sistema delle Pmi.