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Roma
FdI cerca competenze per aziende e ministeri. Silvestroni è il cacciatore

C'è una vecchio adagio romano che la dice sulla sulle difficoltà che incontra Fratelli d'Italia: “Abbiamo più poltrone che culi” e così il partito di Giorgia Meloni ha nominato un “headhunter”, un cacciatore di testa al quale è stato affidato il compiuto di reclutare sul mercato le competenze. Il compito è stato affidato a Marco Silvestroni.

Classe 1962, originario di Ariccia, Silvestroni è coordinatore regionale del Lazio e vanta una lunga militanza al fianco di “Giorgia” dall'epoca del ministero della Gioventù e dal 2018 deputato di riferimento dei Castelli Romani con un passaggio da assessore, vicepresidente del Consiglio, quindi vicesindaco e poi presidente del Consiglio ad Albano Laziale.

Sul suo tavolo i cv di manager di provata competenza

Parla poco, quasi allergico all'esposizione mediatica – se si chiama al telefono evita volentieri il contatto – dopo la formazione del Governo ha iniziato a scorrere curricula per cercare l'uomo giusto da piazzare al posto giusto. E se donna è anche meglio. L'obiettivo principale è quello di rinforzare le strutture ministeriali con “competenze fiduciarie”, tecnici puri con esperienza in gradi di bilanciare seguendo la linea dello spoil system, le strutture ministeriali dove da anni il predominio del Pd e gli innesti del Conte 1 e Conte 2, hanno monopolizzato le assunzioni tecniche e strategiche.

E dove pescare nel mare magnum della risorse umane? Segnalazioni, passa parola e poi l'esame dei cv che arrivano sulla sua scrivania con l'opzione “intelligence”: vita e miracoli di manager privati e pubblici, meglio se provenienti dalle società a partecipazione pubblica, dove “sbrogliare le matasse” è un unicum in grado garantire che i processi trovino la loro sostanza nelle azioni.

Regionali del Lazio, prima campagna elettorale al freddo

E poi c'è il problema dei “culi”. Qui FdI paga anni di opposizione e deve “correre. Se a Fazzolari spetta il compito si fogliare i candidati per le Partecipate di Stato come Eni, Enel, Poste e Leonardo, a Silvestroni dovrebbe arrivare sul tavolo la “patata bollente” delle nomine regionali, un centinaio di teste che dovrebbe garantire il ricambio in caso di vittoria e sostenere la coalizione durante la campagna elettorale che sarà atipica come quella del 2021: ammesso che non ci sia una recrudescenza natalizia del Covid, il clima di gennaio e della prima settimana di febbraio non aiuterà negli incontri pubblici e nelle classiche cene elettorali da cento persone per volta. E così i social e l'informazione digitale farà la parte del leone. Anche per contenere i budget.

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